La Nuova Sardegna

Sassari

Bono, attentato al capo dell’ufficio tecnico

di Francesco Bellu
Bono, attentato al capo dell’ufficio tecnico

Due fucilate contro il portone d’ingresso dell’abitazione di Raimondo Nurra. Solidarietà dai dipendenti comunali

20 marzo 2013
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BONO. Due fucilate a pallettoni sparate verso il portone d'ingresso dell'abitazione. Colpi che affondano nel legno ma soprattutto nel cuore. Creando paura, inquietudine preoccupazione. L'atto intimidatorio è stato fatto contro Raimondo Nurra, capo dell'ufficio tecnico del Comune.

I fatti risalgono alla notte tra il 7 e l'8 marzo, ma si è appreso solo ieri. Sono in corso le indagini da parte del comando dei carabinieri di Bono coordinate dal capitano Gian Piero Lampis. I colpi sono stati esplosi verso le 2,30; le pallottole hanno trapassato il portone da parte a parte, spargendo all'interno dell'abitazione tantissime schegge che sono andate poi a finire per terra, a ridosso della scala che porta al piano superiore. Per fortuna tutti dormivano e nessuno è rimasto ferito. Anzi, è stato proprio il rumore degli spari a svegliare Nurra, ma inizialmente non ha dato troppo peso a quel "tonfo sordo"; ma poi si è comunque alzato per rassicurarsi e, una volta sceso al piano terra, si è reso conto di quanto era accaduto. Ha chiamato subito le forze dell'ordine che sono arrivate a casa sua, all'ingresso del paese, hanno eseguito i rilievi e parlato con lui. Sul terreno però non c'era traccia dei bossoli: o sono stati portati via da chi ha sparato, oppure è stata utilizzata un'arma sovrapposta, tipo una doppietta, che li mantiene al suo interno.

Difficile capire il motivo di un atto intimidatorio del genere, Nurra è una persona apprezzata sia umanamente, sia professionalmente per via del delicato ruolo che svolge in maniera accorta all'interno degli uffici comunali. Proprio per questo motivo a Bono molti sono rimasti increduli e scossi. Tutti si sono stretti intorno all'uomo e alla sua famiglia con attestati di solidarietà. I dipendenti comunali hanno anche scritto oggi un comunicato per dire che non accettano e non accetteranno mai violenze di questo genere. Una lunga lettera indirizzata a tutte le autorità civili, militari e religiose della Provincia e del territorio. «Riteniamo che l’atto intimidatorio compiuto nei confronti del nostro collega non sia personale, ma rivolto all’attività lavorativa che ciascuno di noi svolge ogni giorno a servizio della comunità locale, nel rispetto delle leggi vigenti - scrivono -. Perciò diciamo basta agli atti incivili che colpiscono i dipendenti pubblici, minando la serenità familiare e condizionando l’operato lavorativo. Diciamo basta alla strumentalizzazione del dipendente pubblico divenuto, in questo periodo di crisi economica, uno dei principali capri espiatori degli sprechi e delle spese superflue dello Stato, sminuendone l’operato e le incombenze lavorative».

Esprimono sincera solidarietà nei confronti del loro collega e «invitano la popolazione, le amministrazioni e gli enti in indirizzo ad attivarsi affinché la figura del dipendente pubblico sia tutelata da tutti i punti di vista e sia riconosciuta per la giusta attività svolta».

Parole ripetute dal sindaco Michela Sau che racconta di una amministrazione turbata e attonita per questo fatto. «Le scelte dell'ufficio tecnico sono appoggiate da questa amministrazione - spiega -. Noi lavoriamo e svolgiamo il nostro operato in base alle leggi. Sono loro che indicano cosa si può fare e cosa non si può fare. Questo grave atto intimidatorio non riguarda solo il nostro capo dell'ufficio tecnico, riguarda tutti noi». E proprio perché questo episodio ha colpito l'intera comunità di Bono, la Casa comunale rimarrà chiusa per un giorno al pubblico, probabilmente la prossima settimana.

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