Bono, attentato al capo dell’ufficio tecnico
Due fucilate contro il portone d’ingresso dell’abitazione di Raimondo Nurra. Solidarietà dai dipendenti comunali
BONO. Due fucilate a pallettoni sparate verso il portone d'ingresso dell'abitazione. Colpi che affondano nel legno ma soprattutto nel cuore. Creando paura, inquietudine preoccupazione. L'atto intimidatorio è stato fatto contro Raimondo Nurra, capo dell'ufficio tecnico del Comune.
I fatti risalgono alla notte tra il 7 e l'8 marzo, ma si è appreso solo ieri. Sono in corso le indagini da parte del comando dei carabinieri di Bono coordinate dal capitano Gian Piero Lampis. I colpi sono stati esplosi verso le 2,30; le pallottole hanno trapassato il portone da parte a parte, spargendo all'interno dell'abitazione tantissime schegge che sono andate poi a finire per terra, a ridosso della scala che porta al piano superiore. Per fortuna tutti dormivano e nessuno è rimasto ferito. Anzi, è stato proprio il rumore degli spari a svegliare Nurra, ma inizialmente non ha dato troppo peso a quel "tonfo sordo"; ma poi si è comunque alzato per rassicurarsi e, una volta sceso al piano terra, si è reso conto di quanto era accaduto. Ha chiamato subito le forze dell'ordine che sono arrivate a casa sua, all'ingresso del paese, hanno eseguito i rilievi e parlato con lui. Sul terreno però non c'era traccia dei bossoli: o sono stati portati via da chi ha sparato, oppure è stata utilizzata un'arma sovrapposta, tipo una doppietta, che li mantiene al suo interno.
Difficile capire il motivo di un atto intimidatorio del genere, Nurra è una persona apprezzata sia umanamente, sia professionalmente per via del delicato ruolo che svolge in maniera accorta all'interno degli uffici comunali. Proprio per questo motivo a Bono molti sono rimasti increduli e scossi. Tutti si sono stretti intorno all'uomo e alla sua famiglia con attestati di solidarietà. I dipendenti comunali hanno anche scritto oggi un comunicato per dire che non accettano e non accetteranno mai violenze di questo genere. Una lunga lettera indirizzata a tutte le autorità civili, militari e religiose della Provincia e del territorio. «Riteniamo che l’atto intimidatorio compiuto nei confronti del nostro collega non sia personale, ma rivolto all’attività lavorativa che ciascuno di noi svolge ogni giorno a servizio della comunità locale, nel rispetto delle leggi vigenti - scrivono -. Perciò diciamo basta agli atti incivili che colpiscono i dipendenti pubblici, minando la serenità familiare e condizionando l’operato lavorativo. Diciamo basta alla strumentalizzazione del dipendente pubblico divenuto, in questo periodo di crisi economica, uno dei principali capri espiatori degli sprechi e delle spese superflue dello Stato, sminuendone l’operato e le incombenze lavorative».
Esprimono sincera solidarietà nei confronti del loro collega e «invitano la popolazione, le amministrazioni e gli enti in indirizzo ad attivarsi affinché la figura del dipendente pubblico sia tutelata da tutti i punti di vista e sia riconosciuta per la giusta attività svolta».
Parole ripetute dal sindaco Michela Sau che racconta di una amministrazione turbata e attonita per questo fatto. «Le scelte dell'ufficio tecnico sono appoggiate da questa amministrazione - spiega -. Noi lavoriamo e svolgiamo il nostro operato in base alle leggi. Sono loro che indicano cosa si può fare e cosa non si può fare. Questo grave atto intimidatorio non riguarda solo il nostro capo dell'ufficio tecnico, riguarda tutti noi». E proprio perché questo episodio ha colpito l'intera comunità di Bono, la Casa comunale rimarrà chiusa per un giorno al pubblico, probabilmente la prossima settimana.
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