La Nuova Sardegna

Sassari

Il tribunale mette all’asta “Il Vialetto”

di Paoletta Farina
Il tribunale mette all’asta “Il Vialetto”

Il proprietario non ha ancora estinto il mutuo con il Banco di Sardegna che ha ottenuto la vendita del complesso

21 marzo 2013
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SASSARI. Tirato su con i finanziamenti dell’ormai lontano campionato mondiale di calcio “Italia 90” , ora il complesso alberghiero-commerciale “Il Vialetto” di Predda Niedda viene messo all’asta dal tribunale. A promuovere l’esecuzione il Banco di Sardegna, mai rientrato interamente dal debito che l’imprenditore Giampiero Manconi accese con mutui a tasso agevolato per la realizzazione dell’imponente edificio. Che, peraltro, non ha mai ospitato tifosi e calciatori delle mitiche «Notti magiche» perchè completato anni dopo il Novanta. All’appello mancano, infatti, qualcosa come sei-sette milioni di euro. E così l’istituto di credito ha chiesto e ottenuto il pignoramento della quasi totalità del “Vialetto” (alcuni privati posseggono piccole porzioni dell’immobile) appartenente a tre società che fanno capo a Manconi e alla sua famiglia: la Isatur srl, l’Immobiliare Pienne sas e l’Immobiliare Gypa sas. Il Banco ha inoltre ottenuto di poter incassare i proventi della proprietà, e cioè i canoni di locazione, almeno a parziale soddisfazione del consistente credito.

Il “lotto” che comprende l’hotel, con centro congressi e snack bar (esclusa la sala Bingo) per una superficie commerciale di 7344 metri quadri e parcheggi per 2357, verrà messo all’asta dall’Istituto vendite giudiziarie il prossimo 15 maggio al prezzo base di 22 milioni 494mila euro. La restante parte del complesso che comprende locali commerciali, magazzini, un appartamento e uffici è stata oggetto proprio ieri di un’asta andata deserta e che sarà ripetuta a ottobre prossimo. Si tratta di 47 lotti il cui valore va da un massimo di 430mila euro a un minimo di 11mila per un prezzo a base d’asta complessivo che si aggira sui 4 milioni. Questa parte dell’edificio qualcuno l’ha ribattezzata «Palazzo dell’Onu» per la presenza di cinesi, arabi, brasiliani ed egiziani che lì hanno le loro attività commerciali o i loro depositi.Nella mattinata di ieri, davanti al giudice dell’esecuzione, Maria Grixoni, che ha emesso entrambe le ordinanze di vendita giudiziaria nel 2011, si sono confrontati i legali del Banco di Sardegna e dell’ingegner Giampiero Manconi, gli avvocati Giuseppe Cudoni e Antonio Lecis. Respinta la richiesta di revoca del custode giudiziario (che è l’Igv, l’Istituto di vendite giudiziarie), il magistrato dovrà valutare se ridurre la consistenza del pignoramento, come ha caldeggiato il legale di Manconi. Il ragionamento è che il valore dei beni messi all’asta è superiore al credito vantato dal Banco.Nella storia del “Vialetto” si è aperto quindi un nuovo capitolo e non è un capitolo felice. Il contenzioso giudiziario con l’istituto di credito che ne finanziò la nascita è stato lungo e complesso. In uno stop and go di esecuzioni avviate e poi ritirate nell’ipotesi più volte presentatasi di una composizione bonaria e del rientro dal debito da parte dell’imprenditore.Fino ad arrivare alla stretta finale. Ìl Banco ha avviato di nuovo le pratiche per recuperare un capitale che, visti i tempi di difficoltà economica, anche per una banca rapppresenta una sofferenza. Resta una domanda: chi, in tempi di crisi, appunto, potrà fare investimenti milionari sul “Vialetto”.

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