La Nuova Sardegna

Sassari

«Quei gesti già indimenticabili»

di Mario Girau
«Quei gesti già indimenticabili»

Lettera del vescovo di Alghero: un nome amatissimo e quasi “ingombrante”

27 marzo 2013
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ALGHERO. “Papa Francesco”: la Chiesa non poteva attendersi dono più grande, in questa successione petrina, misteriosamente avviata dal gesto profetico di papa Benedetto.

Ne è convinto il vescovo di Alghero-Bosa, monsignor Mauro Maria Morfino, che elenca significati e suggestioni che il nome del poverello d'Assisi richiama adesso che, per la prima volta nella bimillenaria storia della Chiesa, è stato fatto proprio dal 266.mo vicario di Cristo.

«Ci sono termini, espressioni e gesti, pur semplici e sobri, che emanano - scrive il presule catalano nel messaggio che nei giorni scorsi è stato consegnato a tutti i sacerdoti e fedeli della diocesi - un potere evocativo che travalica ogni pregiudizio e frantuma ogni barricata, suscitando un'irrefrenabile consonanza e adesione interiore».

Il vescovo della diocesi di Alghero e Bosa ne elenca alcuni: la semplicità di padre Bergoglio, il ricordo di papa Ratzinger, soprattutto «l'inedito inchino, coniugato con un sorprendente silenzio carico di eloquenza, quando papa Francesco ha chiesto la preghiera del suo popolo e la benedizione di Dio da parte del suo popolo, in uno scambio che diventa un legame e una promessa».

« Chi potrà cancellare dalla storia e dal cuore - scrive Morfino - questi frammenti di nuovo, di quasi dimenticato, di inequivocabile fragranza evangelica? La Chiesa e il mondo vogliono vedere la Buona Notizia, non solo sentirne parlare».

A Papa Bergoglio certamente non manca il coraggio. «Ha voluto per sé un nome amatissimo ma quasi “ingombrante” - secondo il vescovo algherese - anche per la stessa Chiesa. Eppure è come se quel nome fosse stato invocato, sostenuto, sospinto dalla grande moltitudine del colonnato e della sconfinata moltitudine del mondo, pienamente consapevole di un'aspettativa ormai non rimandabile», accompagnata da una serie di aneliti: di fraternità, di vivere il Vangelo nella sua integrità e interezza; anelito ad una verità umile e non spocchiosa; alla sobrietà, ad una povertà non di posa ma gioiosa; ad una fraternità solidale che si incarni in gesti credibili; a trasmettere e ricevere la fede come dono di gratuità condivisa; ad emigrare decisamente da ogni autoreferenzialità e da ogni autocompiacimento ed uscire dai recinti, anche quelli “sacri”, cercando prossimità e vicinanza ad ogni altro.

«Presentandosi in prima battuta come “vescovo di Roma” ha esplicitato - si legge ancora nella lettera di monsignor Morfino che in cattedrale ha celebrato una messa in occasione dell'inizio del ministero petrino di papa Bergoglio- l'anelito grande di collegialità, di corresponsabilità, di comunione nel governo ecclesiale con tutti i “vicari di Cristo”, perché realmente "i vescovi reggono le Chiese particolari a loro affidate come vicari e legati di Cristo».

Papa Francesco è un nome profetico, programmatico, che desta “timore e tremore” nel cuore del credente. «Perché il santo di Assisi - spiega il vescovo di Alghero e Bosa - non ha proprio nulla di romantico e di estetizzante». È un auspicio, una promessa, una vocazione, una pro-vocazione. «Ecco perché Francesco è un nome quanto mai urgente, necessario, indispensabile - secondo Morfino - per uscire dalle sabbie mobili di una religiosità dell'appariscenza e delle pose, di una religiosità ingessata e ideologizzata, di una religiosità o aggressiva o impaurita o chiassosa ma tanto spesso svuotata, stanca, afona e perciò non credibile».

Un nome che, voluto per sé, tradisce una scelta molto coraggiosa. «Perché Francesco è, per un papa, un nome pesante da portare. Non solo perché punta decisamente in direzione della povertà e dei poveri, ma anche perché - scrive ancora monsignor Mauro Maria Morfino - è un richiamo alla profezia in un momento in cui l'istituzione Chiesa è sottoposta a pesanti critiche. Solo l'audacia dello Spirito e nello Spirito poteva osare tanto. Sì, tutti abbiamo coscienza di vivere qualcosa di straordinario, anche a partire da questo nome, Francesco».

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