La Nuova Sardegna

Sassari

Pasqua povera a tavola, la crisi frena la spesa

di Pasquale Porcu
Pasqua povera a tavola, la crisi frena la spesa

Un quarto di agnello, pane del giorno prima e al market si paga in contanti Coldiretti: «Cercate le carni con il marchio Igp, unica garanzia di qualità»

31 marzo 2013
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SASSARI. Fedeli alle tradizioni ma attenti al portafoglio. L’agnello non mancherà nelle tavole pasquali dei sardi. Ma invece della “bestia” intera in bellavista, ci saranno dei più economici “quarti”. Colpa della crisi che costringe le famiglie a modificare, spesso radicalmente, le abitudini alimentari. Più della cifra mensile prudentemente pianificata le famiglie non possono permettersi di spendere. E a questo proposito è curioso notare come alla cassa dei supermercati, sempre più spesso, si usino i contanti invece del bancomat o delle carte di credito. Come dire: abbiamo deciso di spendere un tot di euri settimanali, mettiamo la cifra in un cassetto e spendiamo solo quella, non possiamo permetterci di farci prendere dalle tentazioni. Per cui la “plastic money” si lascia a casa e non si sbaglia.

«In generale la spesa alimentare delle famiglie è diminuita in valore – conferma Rinaldo Carta, vice presidente nazionale della catena Sisa – e la spesa mensile del non food supera quella del food. Diminuiscono anche le presenze degli utenti al supermarket. Chi prima faceva tre visite settimanali, spendendo, poniamo, 10 euro per volta, ora viene solo due volte, spendendo 13 euro per volta. Alla fine della settimana invece di spendere 30 euro, se ne sono spesi 26».

Ma non basta. Un’abitudine che sta prendendo piede in molti centri è quello che riguarda il pane. Alla fine della giornata il pane invenduto viene ritirato dal fornaio che lo ha fornito al centro commerciale. Prima quel pane raffermo veniva trasformato e rivenduto come pane grattugiato. Ora molti fornai vendono il pane del giorno prima a 1 euro al chilo (meno di un terzo del prezzo del pane fresco).

Ma torniamo agli agnelli. Già, quanti agnelli si producono nella nostra isola? Uno più, uno meno siamo intorno al milione e duecentomila capi, la stessa quantità dello scorso anno. Con una differenza: aumentano il numero dei capi con certificazione di tutela “Agnello di Sardegna Igp”. «Nel 2010 erano 78 mila – dice Battista Cualbu, allevatore e presidente regionale di Coldiretti – nel 2012 gli agnelli sardi Igp erano 320 mila. Certo, siamo a un quarto rispetto alla produzione complessiva della Sardegna. Ma la quantità è in grande aumento, anche se la cifra ufficiale deve essere data da Laore, l’ente certificatore regionale. Tra l’altro devo dire che questa lentezza burocratica penalizza gli allevatori nella riscossione dei premi previsti dalle norme europee».

I prezzi. Gli agnelli vivi vengono pagati 5 euro al chilo agli allevatori. Sul banco di vendita il prezzo finale si aggira, normalmente, sopra gli 8 euro al chilo. Questo, ovviamente, nel periodo di maggior consumo (Pasqua e Natale). Se la domanda è minore i prezzi calano (sia all’ingrosso che al dettaglio) di almeno un euro.

Come è possibile, allora, che in questo periodo, nell’isola, si trovi della carne d’agnello a meno di 8 euro? Due le risposte: o si tratta di offerte che funzionano come “prezzi civetta” per attirare i consumatori nei supermercati e centri commerciali, «oppure – dice Battista Cualbu – si tratta di agnelli che non solo non hanno la certificazione Igp ma non sono neanche sardi. Anche quest’anno, purtroppo, arrivano in Sardegna agnelli da fuori, spesso dall’Europa dell’Est, in prevalenza Romania e Bulgaria. Soprattutto in periodi come questo le autorità farebbero bene a intensificare i controlli per evitare che i consumatori sardi oltre a un danno economico possano avere anche altri tipi di problemi, come quelli della salute».

E a proposito di esportazioni è bene ricordare che permane, a causa della peste suina, il blocco dell’export dei porcetti e dei salumi sardi. Anche per questo molti dei suinetti in vendita, anche in questo periodo, nell’isola, vengono dalla Spagna e dall’Olanda. Per questo Coldiretti invita i consumatori a verificare la provenienza e la tracciabilità dei cibi che arrivano a tavola. Tra tante notizie negative, una positiva. Anche se con molte difficoltà, continua con successo l’export degli agnelli sardi verso la Spagna. Come tutti gli agnelli Igp hanno un peso compreso tra i 5 e gli 8 chili.

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