La Nuova Sardegna

Sassari

Confcommercio contro il club “Le Iene”

Confcommercio contro il club “Le Iene”

Esposto della commissione nazionale Abusivismo: «Sembra un locale privato, ha le autorizzazioni?»

02 aprile 2013
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SASSARI. L’associazione nazionale dei locali da ballo (Confcommercio) contro il club Le Iene, di via Palmaera. Con una lettera-esposto datata 14 marzo, la Silb-Fipe - Associazione italiana imprese di intrattenimento da ballo e spettacolo, chiede a tutte la autorità locali, dal sindaco al prefetto, se il circolo privato non abbia in realtà le caratteristiche da locale pubblico, e quindi ne rispetti prescrizioni in termini di sicurezza e controlli.

La comunicazione, a firma di Giampaolo Scagliola, coordinatore della Commissione abusivismo, è stata inviata anche alla procura della Repubblica di Sassari che quindi potrebbe avviare accertamenti sulla regolarità dell’attività del circolo.

Non è chiaro per quale ragione l’associazione nazionale che ha sede a Roma abbia chiesto conto dei controlli e delle autorizzazioni rilasciate a “Le Iene”, lasciando ipotizzare una presunta «concorrenza abusiva» rispetto agli altri locali pubblici che invece operano in questa veste.

Le premesse all’esposto sono tre. Prima: l’ingresso è consentito a chiunque, «previo versamento di una quota all’ingresso pagata di volta in volta che di fatto costituisce il corrispettivo del prezzo di ingresso, con presumibile notevolissimo afflusso di persone», si legge nello scritto. Secondo punto controverso: le serate - di solito organizzate di sabato - sono «ampiamente pubblicizzate mediante depliant pubblicitari, volantinaggio». Infine, «la struttura del locale - scrive la Silb-Fipe - è di notevoli dimensioni ed è arredata ed attrezzata con ingente investimento di capitali tant’è che in nulla e diversa da migliaia di locali pubblici della provincia». L’associazione ricorda come si tratti di caratteristiche che, secondo alcune circolari ministeriali, farebbero rientrare il circolo “le Iene” nel novero dei locali pubblici, dove cioè «si svolge attività professionalmente organizzata a scopo di lucro e diretta allo scambio o alla produzione di bene e servizi». Elementi che portano l’associazione delle imprese di ballo a chiedersi se - vista anche la quantità di “iscritti” al circolo - la struttura abbia ottenuto il via libera da parte della commissione provinciale di vigilanza. «Regola che vale ancora di più - si legge nella lettera - per pseudo circoli, cioè attività di natura imprenditoriale “mascherate” da locali associativi». A Comune, questura, prefettura, polizia municipale, carabinieri, vigili del fuoco e guardia di finanza, Scagliola chiede se il locale abbia una «licenza d’agibilità previa verifica tecnica della commissione provinciale di vigilanza, rispetti le norme e sia dotato di autorizzazione sanitaria. In caso negativo, chiede di adottare tutte le iniziative per far cessare l’attività».

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