La Nuova Sardegna

Sassari

Il suggestivo abbraccio di “S’incontru”

Si è rinnovata a Ittiri, Nulvi, Chiaramonti e in diversi paesi la tradizionale doppia processione di Gesù e la Madonna

02 aprile 2013
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ITTIRI. Si è rinnovato, nella fede e nella tradizione, il rito della settimana Santa che, grazie alla collaudata capacità rievocativa della Confraternita di Santa Croce, formata da confratelli e consorelle, ha reso partecipi i numerosi fedeli della crocifissione e della resurrezione.

Nella giornata di Venerdì Santo, a conclusione della Via Crucis, ha preso avvio, dalla chiesa di San Francesco, con Padre Antonio Cugusi che ha rievocato le “Stazioni” rappresentative dei momenti salienti della via della croce, ed è terminata in quella di San Pietro in Vincoli, dove si è tenuto il rito de “S'Iscravamentu”.

In una chiesa stracolma, seguendo le “istruzioni” del parroco Don Luigi Maiocchi, i due confratelli, padre e figlio, incaricati della liberazione del Cristo dalla croce, hanno “iscravadu” (schiodato) e quindi, dopo averlo mostrato al popolo e alla sua madre, la Madonna “Addolorata”, lo hanno deposto nella lettiga, mentre le parole di Don Luigi rievocavano i momenti più significativi della vita di Gesù. Una lunga processione, con in testa gli stendardi delle varie associazioni religiose delle due parrocchie, ha attraversato le vie del paese per accompagnare il trasporto della salma del Cristo, della Madonna e degli strumenti della crocifissione, alla chiesa di Monserrato, per la veglia. La domenica di Pasqua, grazie anche ad una giornata primaverile, le tantissime persone presenti lungo il corso Vittorio Emanuele hanno potuto assistere a “S'Incontru” che ha visto la statua del Cristo Risorto, portata a spalle e di corsa dai Confratelli, andare incontro al simulacro della Madonna, portato dalle Consorelle, mentre i continui e intensi ritocchi delle campane annunciavano la Resurrezione di Gesù. (vincenzo masia)

NULVI. Nonostante le temperature non proprio primaverili una grande folla ha seguito la mattina di Pasqua il suggestivo rito de S’Incontru a Nulvi. La festosa cerimonia che si svolge all’aperto, nella piazza centrale del paese, chiude Sa Chida Santa, la settimana di passione che ha visto la celebrazione degli antichi e solenni riti che ripropongono i momenti più significativi delle Passione di Cristo. Riti che anche quest’anno sono stati seguiti da tantissimi fedeli anche nelle celebrazioni che si svolgono in orari inconsueti come la processione de Sas chiscas mudas che la mattina del Venerdì Santo si apre proprio alle prime luci dell’alba.

S’Incontru, con la sua atmosfera festosa, restituisce alla comunità la speranza nella resurrezione e nella rinascita dopo il buio della settimana santa vissuta sotto una cupa tenebra di dolore e di pietà per le rievocazioni della vicenda dolorosa di Gesù prima della sua crudele crocifissione. E così la Pasqua diventa il fatto emblematico e rituale della liberazione, della resurrezione del popolo di Dio nel contesto della resurrezione della natura. Le due processioni che danno vita all’incontro partono da due diverse chiese. La prima, che porta il simulacro della Vergine, “Sa Madonna ’e s’allegria” come la chiamano i nulvesi per l’espressione serena del suo viso, è aperta dai dodici apostoli con i loro abiti variopinti e raggiunge la piazza accompagnata dai canti sacri. La seconda parte invece dalla chiesa della Santa Croce, antico oratorio dell’’omonima arciconfraternita e porta con se la bella statua lignea del Cristo Risorto. Il loro incontro avviene al centro della piazza, fra due ali di folla, inchini e canti di gloria. E’ proprio il canto del Regina Coeli a sancire il lieto evento, eseguito quasi con il nodo alla gola dai confratelli e dagli apostoli. Al termine parte una lunga raffica di fucilate dalle finestre e dalle terrazze che si affacciano sulla piazza che accompagnano la processione sino al suo ingresso in parrocchia per la messa di Pasqua. (mauro tedde)

CHIARAMONTI. Con la celebrazione de «S’Incontru», l’incontro gioioso tra il Cristo Risorto e la Madonna vestita finalmente a festa dopo i giorni del lutto e della ricerca angosciosa del Figlio, si sono conclusi domenica di Pasqua a Chiaramonti i riti della Settimana Santa seguiti con grande partecipazione e devozione dalla comunità nonostante il tempo non proprio primaverile. Un periodo in cui la fede cristiana si è unita alla tradizione di simbologie e cerimonie, molte delle quali affondano le loro radici nel secolo XVI e nella dominazione spagnola, come «Sas chiscas mudas» (la visita a tutte le chiese del paese con Maria vestita a lutto nella ricerca del Figlio), «S’Incravamentu» (la crocifissione) e «S’Iscravamentu» (la deposizione del Cristo dalla croce) del Venerdì Santo. Riti suggestivi e profondamente toccanti che per tutta la Settimana Santa, dalla domenica delle Palme fino alla solenne messa pasquale, hanno visto impegnati, al fianco del parroco don Gianpaolo Sini, il gruppo Apostoli, i cori de Tzaramonte e parrocchiale diretti dal maestro Salvatore Moraccini e da Carlo Moretti e, in particolare, i discepoli della Confraternita di Santa Croce che dalla fine degli anni ’80, contando sul solo autofinanziamento, hanno ripreso e stanno portando avanti tradizioni e riti che appartengono alla nostra storia e che in passato erano stati accantonati.

La Via Crucis si è tenuta nella chiesa di San Matteo con l’accompagnamento degli Apostoli e dei canti del coro de Tzaramonte (letizia villa)

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