La Nuova Sardegna

Sassari

«Portare via i veleni di Minciaredda»

di Gianni Bazzoni
«Portare via i veleni di Minciaredda»

Iniziativa del Partito democratico che chiede il coinvolgimento di Regione, Provincia e Comuni del Nord Sardegna

09 aprile 2013
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PORTO TORRES. No a nuove discariche nell’area del Nord Sardegna per accogliere i rifiuti della collina dei veleni di Minciaredda. Non avrebbe alcun senso logico, sarebbe in netto contrasto con l’idea di «pulizia» del territorio e con i progetti di risanamento ambientale della zona industriale. Il Partito democratico chiama raccolta tutte le forze politiche, a cominciare da quelle presenti nel consiglio comunale turritano, ma anche il consiglio provinciale e i comuni di Sassari e Alghero, la Regione. La proposta - formalizzata con una mozione di quattro pagine - è stata depositata ieri dall’ex sindaco Luciano Mura (è firmata anche da Massimiliano Ledda) con l’obiettivo di creare un fronte unitario capace di contrastare eventuali disegni di Syndial che non siano in sintonia con i programmi del territorio.

«Chiediamo che il consiglio comunale esprima una posizione chiara – ha detto Luciano Mura – contro qualunque ipotesi che non preveda la rimozione di tutti i rifiuti. Ma anche su una proposta che sta circolando molto nell’ultimo periodo: nel caso di rimozione, i rifiuti verrebbero depositati in una discarica costruita in prossimità di Minciaredda. Questo vorrebbe dire solo spostare il problema . Chiediamo che tale posizione venga condivisa anche dai consigli di tutti gli altri enti territoriali».

Minciaredda è il bubbone più conosciuto nella storia dell’inquinamento cominciato ai tempi della Sir di Nino Rovelli. La “famosa” collina era un polmone verde di fronte al mare del Golfo dell’Asinara. Nel corso degli anni l’industria chimica ha scaricato nella terra peci fenoliche e fibre, veleni che in realtà si legano male con l’acqua. Ci vorranno più di 100 milioni di euro per rimettere un po’ d’ordine nel sottosuolo. La prima proposta di Syndial, che ha sulle spalle una eredità pesante, era stata quella di procedere con il “capping” di tutta l’area e drenaggio capillare di percolato e gas.

«Tombare non è una soluzione – ha sottolineato Luciano Mura – e giustamente il progetto era stato rispedito al mittente nella Conferenza di servizi decisoria del 14 ottobre 2011. Seppellire i veleni sotto una colata di cemento, pur con tutte le nuove tecnologie annunciate, non può essere una soluzione credibile. Questo territorio non deve nascondere ma portare allo scoperto, recuperare i rifiuti seppelliti e portarli via in maniera che vengano smaltiti in sicurezza».

Minciaredda è stata utilizzata come discarica fino al 1982, c’è un modello concettuale che disegna - con colori differenti - quello che è successo. Ci sono da portare via i rifiuti di Minciaredda, un milione di metri cubi di terreno da ripulire, un lavoro complesso che deriva dalla gravità della situazione. Una sfida da giocare senza esitazioni e con la consapevolezza che le bonifiche - per essere credibili - vanno eseguite nel miglior modo possibile. E proprio nella partita di Minciaredda, la Syndial (la società del gruppo Eni che ha come mission il risanamento in tutta Italia delle aree inquinate dall’industria chimica) si gioca la credibilità.

La mozione del Partito democratico contiene una linea precisa sotto il profilo ambientale: «Nel bacino di utenza dell’area Nord – ha ribadito Luciano Mura – insistono già tre discariche di tipo D1n, oltre tutto nelle immediate vicinanze del Sito di interesse nazionale e, in particolare, della zona di Minciaredda. La proposta è quella di prevedere, per i rifiuti delle bonifiche, esclusivamente eventuali ampliamenti di discariche già esistenti e non la costruzione di impianti ex novo che andrebbero a incidere in maniera negativa sotto il profilo ambientale in un territorio già fortemente degradato».

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