La Nuova Sardegna

Sassari

Sarda assassinata in Veneto, 20 anni al marito

di Roberta De Rossi
Sarda assassinata in Veneto, 20 anni al marito

L’uomo fece sparire il cadavere di Lucia Manca, bancaria di Martis. Il ritrovamento dopo 3 mesi

13 aprile 2013
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VENEZIA. C’è una prima verità giudiziaria, che certo potrà essere impugnata in appello, ma che ora è nero su bianco: Renzo Dekleva ha ucciso la moglie Lucia Manca, 52 anni, bancaria di Martis, nel loro appartamento di Marcon (provincia di Venezia), nel luglio di due anni fa. Poi ha messo il suo corpo in auto e lo ha trasportato fino a Cogollo di Cengio (nel Vicentino) abbandonandolo sotto il viadotto, dove venne trovato ridotto quasi a scheletro nell’ottobre 2011, nascosto da un cumulo di foglie e rami. Ne è convinto il giudice Marta Paccagnella che ieri ha condannato l’uomo - in carcere dal gennaio 2012 - a 20 anni e 6 mesi di reclusione: 18 anni per l’omicidio volontario della donna, due anni per la soppressione del suo cadavere e 6 mesi per la falsa denuncia di scomparsa. Accolta nella sostanza la tesi dell’accusa, con la sola eccezione dell’aggravante dei futili motivi (la causa economica del delitto) non riconosciuti dal giudice. Il pubblico ministero Francesca Crupi aveva chiesto la condanna all’ergastolo per Dekleva ma alla lettura della sentenza ha comunque tirato un sospiro di (soddisfatto) sollievo.

In aula, lacrime sul volto di fratelli, sorelle, nipoti di Lucia Manca, che hanno seguito il processo. Non un gesto, un segno di reazione, uno sguardo da parte di Renzo Dekleva, che pure aveva voluto dire la sua prima che il giudice si ritirasse in camera di consiglio, scusandosi per le intemperanze con le quali aveva accompagnato la requisitoria dell’accusa e per lo scatto d’ira verso l’avvocato di parte civile Bondi che l’aveva definito «assassino»: «In nessuna maniera dal 10 agosto 1974, giorno in cui ho conosciuto mia moglie, fino al 7 luglio 2011, io non ho mai toccato Lucia e non le ho mai usato violenza. Mai, mai e mai! Non ho mai usato violenza verso nessuno e sfido chiunque a dimostrare il contrario».

Parole che non hanno convinto il giudice Paccagnella che - dopo 4 ore di camera di consiglio - ha letto la sua sentenza, riconoscendo anche alla madre, ai fratelli e nipoti di Lucia Manca 386 mila euro di provvisionale come risarcimento danni.

I carabinieri erano riusciti a incastrare Dekleva partendo da una serie di incongruenze rilevate nel suo racconto sulle ultime ore di vita della moglie, della quale aveva subito denunciato la scomparsa. Le indagini hanno permesso di accertare che l’uomo aveva un’amante e che non voleva separarsi dalla moglie, che durante il processo ha più volte definito “usuraia”, per ragioni economiche. Dekleva mentì anche sui suoi spostamenti nella notte tra il 6 e il 7 luglio 2011, e venne smascherato dal tracciato del suo cellulare e dall’impronta lasciata su un biglietto autostradale rintracciato a un casello.

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