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Sassari

Nave dei veleni, ora la Sicilia punta su Porto Torres

di Pinuccio Saba
Nave dei veleni, ora la Sicilia punta su Porto Torres

Secco no del sindaco al maxi-carico di rifiuti siciliani già respinto da Olbia: «Qui non daremo mai l’ok». Consorzio industriale più cauto: «C’è un contatto, valutiamo il prezzo». In Gallura resa dei conti

14 aprile 2013
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SASSARI. Dell’arrivo del percolato siciliano, per il momento, a Porto Torres non si hanno notizie se non quelle riportate dagli organi di stampa. Non sa nulla il sindaco di Porto Torres Beniamino Scarpa, non sa nulla il presidente del Consorzio provinciale industriale di Sassari Franco Borghetto.

O meglio, Borghetto ha ricevuto alcuni giorni fa una telefonata dall’assessorato regionale all’Ambiente della Sicilia che chiedeva di conoscere le caratteristiche tecniche degli impianti per lo smaltimento del percolato, la poltiglia residuale dei rifiuti solidi urbani: «Finora è l’unico contatto che abbiamo avuto – spiega Franco Borghetto – e da allora non abbiamo saputo più nulla». All’oscuro di tutto anche il sindaco di Porto Torres Beniamino Scarpa. «Non abbiamo avuto alcuna comunicazione sull'arrivo di una nave dei veleni a Porto Torres – dice il sindaco – e se avremo notizie sicure verificheremo e valuteremo quali azioni intraprendere assieme alla Regione, alla Provincia di Sassari, all'Arpas e a tutti gli altri enti competenti». Una dichiarazione diplomatica, ma poi Beniamino Scarpa chiarisce il proprio pensiero. «Una cosa è certa: il nostro territorio è interessato da una delle principali bonifiche d'Europa, da cui conseguirà una importante gestione di rifiuti pericolosi. Non accetteremo in nessun caso – è la conclusione del sindaco portotorrese – l'arrivo di bombe ecologiche dal mare».

Una posizione di netto rifiuto condivisa dal consigliere comunale portotorrese Angelo Canu che si augura che «questa nave di veleni non arrivi a Porto Torres, non possiamo e non dobbiamo permettere che accada, visto che già abbiano tanti problemi di carattere ambientale in tutta l’area industriale».

La nave con le tremila tonnellate di percolato è ancora ormeggiate alle banchine di Palermo, in attesa di trovare un impianto disponibile allo lo smaltimento dei rifiuti prodotti dalla discarica di Bellolampo. Una disponibilità, almeno teorica, che arriva dal presidente del Consorzio industriale di Sassari. «Già smaltiamo il percolato di decine di comuni sardi – spiega Franco Borghetto – . Ancora non è stata presa alcuna decisione, ma prima di trattare le sostanze in arrivo dalla Sicilia dovremmo fare un’analisi del percolato per accertare che non contenga prodotti di origine industriale. Solo allora il Consorzio prenderà una decisione».

Una decisione che potrebbe essere dettata anche dalla necessità di fare cassa. Il depuratore industriale al momento è sovradimensionato dal momento che era stato progettato per far fronte alle esigenze di polo industriale importante come quello di Porto Torres.

La chiusura di quasi tutte le linee di produzione del petrolchimico, ha di fatto ridotto gli introiti provenienti dalla gestione del depuratore. E quel milione di euro stanziato dalla Regione Sicilia per smaltire il percolato potrebbe essere una ragione “valida” per dire di sì all’arrivo della nave al momento ormeggiata a Palermo.

«Anche questo è un aspetto da non sottovalutare – è la conclusione di Franco Borghetto –. Se il prezzo è congruo se ne può discutere».

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