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Oggi l’uomo del Colle: Letta e Amato in pole

Oggi l’uomo del Colle: Letta e Amato in pole

Napolitano ha chiesto un governo politico con un programma ben definito. Da Pd e Pdl disponibilità a sostenerlo - DIRETTA

24 aprile 2013
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di Pietro Criscuoli

ROMA. Oggi Giorgio Napolitano affiderà l’incarico di formare il nuovo governo. Governo, nelle intenzioni del Quirinale, a partecipazione politica di Pd, Pdl e montiani, guidato da una personalità forte e con un programma chiaro. Nelle ultime ore si fa strada prepotentemente l’ipotesi di affidare la “patata bollente” a Enrico Letta, vicesegretario democratico, che sarebbe affiancato da Angelino Alfano e da ministri di entrambi i partiti. Resta in campo però anche Giuliano Amato, che il capo dello Stato considera un vero risolutore di problemi e persona di alta caratura. Sembra poi definitivamente tramontata l’ipotesi di Matteo Renzi, considerata un grimaldello per spaccare definitivamente il Pd.Resta l’incognita di come il popolo dei democrat possa accogliere l’idea di un accordissimo con Berlusconi. Ma Napolitano non ne vuole sapere. Bisogna operare ora e subito, basta con queste storie.

Il ragionamento di Giorgio Napolitano è stato molto semplice. Mi avete voluto di nuovo qui, vi ho posto le condizioni, le avete accettate, dunque ora fate come vi dico. Il presidente della Repubblica nel suo giro lampo di consultazioni ha chiesto e ottenuto da Silvio Berlusconi, dalla delegazione Pd (guidata da Enrico Letta) e da Scelta Civica (Andrea Olivero) la promessa di un voto favorevole al nuovo governo. Governo con alto tasso di partecipazione politica e un programma limitato ma ambizioso, comunque non breve: provvedimenti per rianimare l’economia e riforme istituzionali serie.

E’ stato proprio Enrico Letta a delineare, dopo il colloquio con Napolitano, il percorso politico-programmatico possibile del nuovo governo. «Ci atterremo alle scelte che il presidente della Repubblica farà nella giornata di domani» (oggi ndr), ha premesso. Il Pd è disponibile alla nascita di un governo, «sulla scia delle indicazioni del discorso di ieri del presidente della Repubblica e in particolare» su due punti: «quello dell’emergenza economico-sociale», con la necessità di «far cambiare linea a una Ue che finora non ha dato risposte sufficienti» e quello delle riforme. In particolare Letta ha evidenziato come serva una «riforma della politica» e ha citato in questo senso la necessità di «risposte che necessitano scelte in tempi certi» su una riforma costituzionale, con la «riduzione del numero dei parlamentari», la creazione di un «Senato delle regioni», l’abolizione delle province e «una nuova legge elettorale». «Senza una riforma della politica - ha detto - non c’è via d’uscita dalla crisi».

Un vero e proprio programma di intenti, che in qualche modo riecheggia le parole di Berlusconi dopo l’incontro con Napolitano. «Abbiamo confermato la nostra posizione manifestata tutte queste volte e cioè la necessità che ha il Paese, data la crisi in cui di trova, di un governo forte che possa prendere provvedimenti importanti che non sia di passaggio ma duraturo». Da parte del Cavaliere quindi via libera assoluta: «Aspettiamo che il presidente decida a chi affidare l’incarico poi, a quel punto, cercheremo di dare il maggior sostegno possibile a chi sarà incaricato». Naturalmente il Cavaliere sa bene a chi sarà dato l’incarico, ma quello che gli preme sottolineare è che con Napolitano vince la linea Pdl di un accordo temporaneo con il Pd per dare un governo al Paese e mettere il M5S di Grillo fuori dai giochi.

Mentre Sel ha detto no a un governissimo e la Lega no ad Amato (ma disposti a valutare altre persone), Scelta Civica di Monti si è resa disponibile. Andrea Olivero ha chiesto che il nuovo governo sia «stabile», che «si ponga come obiettivo di fare le riforme» e che «duri il tempo necessario affinché le riforme indicate dal Presidente« siano realizzate.

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