La Nuova Sardegna

Sassari

Un biglietto per il Besta Valentina torna a sperare

La diciannovenne di Santa Maria Coghinas teme di diventare cieca Ieri i dirigenti dell’Aou hanno preso accordi per pagare un consulto a Milano

09 maggio 2013
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SASSARI. Saranno i medici del Besta di Milano ad occuparsi del delicatissimo caso di Valentina Dettori, la ragazza di 19 anni di Santa Maria Coghinas che lamenta una diminuzione della vista, che rasenta lla cecità, dopo una caduta dalle scale avvenuta quattro mesi fa. Infatti ieri mattina, accompagnata dalla madre, Valentina ha incontrato il direttore generale dell’Aou Sandro Cattani, il direttore Sanitario Mario Manca e la responsabile del presidio sanitario Anita Giaconi. La decisione da parte dell’azienda ospedaliera universitaria è stata quella di prendersi carico, in via del tutto eccezionale, dei costi sanitari e logistici che la madre (disoccupata)e Valentina dovranno sostenere per la trasferta e il consulto nella struttura d’eccellenza di Milano. Passare attraverso la procedura Asl, cioè con un rimborso attraverso i fondi regionali, sarebbe stato ben più complesso e lungo. Infatti prima di fare rotta verso il Continente, tutte le strutture sanitarie presenti in Sardegna avrebbero dovuto dichiarare l’impossibilità di curare Valentina, per inadeguatezza delle strutture o per mancanza di competenze specifiche. Ma il quadro clinico della paziente non rientra in questa fattispecie, e sarebbe stato difficile giustificare la richiesta di un trasferimento oltremare. Il vero problema riguarda in verità anche la diagnosi. La ragazza è arrivata al pronto soccorso con un trauma cranico e le palpebre che sbattevano impazzite. Poi ha cominciato ad accusare forti mal di testa e un restringimento del campo visivo. E giorno dopo giorno la ragazza lamentava anche una notevole diminuzione della vista: «In un occhio vedo solo buio – diceva – nell’altro vedo solo da una minuscola porzione». I medici hanno pensato subito a un’infiammazione post-traumatica del nervo ottico, e hanno eseguito tutti gli esami diagnostici: ma tac, risonanza, ecografia, fluoroangiografia ed esami oculistici vari hanno sempre dato esito negativo. Niente pupilla dilatata, nessun segno clinico che potesse giustificare la disfunzione visiva accusata dalla diciannovenne. Hanno provato ad intervenire anche con una terapia cortisonica che potesse far riassorbire l’infiammazione al nervo ottico, ma senza ottenere alcun miglioramento. Quindi la situazione è questa: da una parte una ragazza che sostiene di perdere la vista ogni giorno che passa, e dall’altra i medici e gli strumenti che non trovano riscontri oggettivi. Quindi la soluzione di rivolgersi a un centro di eccellenza sembra essere quella più ragionevole, in modo da non lasciare intentata alcuna chance di guarigione.

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