La Nuova Sardegna

Sassari

Isola in crisi, i vescovi ne parlano al Papa

di Mario Girau
Isola in crisi, i vescovi ne parlano al Papa

L’emergenza lavoro sarà al centro del colloquio dei presuli sardi con il Pontefice nell’incontro in programma venerdì

15 maggio 2013
3 MINUTI DI LETTURA





SASSARI. Comunione ecclesiale ed emergenza lavoro sono le due principali questioni che i vescovi sardi presenteranno a Papa Francesco venerdì, nell'udienza che segnerà il momento più solenne della visita alla sede di Pietro iniziata oggi. Lo stato di salute della Chiesa sarda, sostanzialmente buono per i responsabili delle diocesi, deve essere conservato e possibilmente migliorato lavorando sulla testimonianza dei singoli e ancor più della comunità cristiana nel suo complesso. Per l'arcivescovo di Sassari sarà il quarto appuntamento "ad limina " - dopo due con Giovanni Paolo II e uno con Benedetto XVI - del suo cammino episcopale iniziato il 28 marzo del 1993.

«A livello ecclesiale – dice il vice presidente dei vescovi sardi – ritengo che il problema più importante sia quello della comunione profonda delle singole Chiese al loro interno e nel loro insieme: tra i pastori, il clero, i consacrati, i laici, per una necessaria credibilità e perciò più efficace opera di evangelizzazione». Soprattutto negli ultimi decenni le emergenze sociali, per le ricadute che hanno sulla vita dei singoli e delle comunità, sono entrate di rigore nelle relazioni portate alla Santa Sede. Negli anni Sessanta, Settanta e Ottanta del secolo scorso, emigrazione, sequestri di persona, criminalità e prime crisi industriali finirono nei dossier presentati al Papa. Questa volta i vescovi parleranno del dramma lavoro, della piaga della disoccupazione, di povertà sempre più diffusa.

«A livello sociale – dice monsignor Atzei – in ogni parte dell'isola il vero grande problema è quello del lavoro, inteso come conservazione degli attuali parametri occupativi, specie là dove deve essere mantenuta la fedeltà alle intese tra Regione e proprietà multinazionali, e come nuova occupazione, ossia creando nuove prospettive di lavoro soprattutto per i giovani. Secondo me – aggiunge l'arcivescovo di Sassari – c’è anche un altro problemino comune, il cui contenuto teniamo riservato, non perché si tratta di materia scabrosa, ma certamente delicata. Concorderemo se presentarlo o meno al Santo Padre». Quale "problemino"? Si possono fare solamente ipotesi: forse l'uscita dei Gesuiti dal governo della Pontificia Facoltà teologica isolana, oppure una diversa organizzazione territoriale delle dieci diocesi, ovvero obbligatorietà della formazione nel seminario regionale per i futuri sacerdoti. Se ne saprà di più nei prossimi giorni.

Ancora una volta i vescovi porteranno al Papa prove concrete della fede dei Sardi. «Lo stato di salute della Chiesa regionale è sostanzialmente buono, nonostante qualche critica spietata che noi insulari facciamo nei nostri stessi confronti, sia chiesa, sia società. Dobbiamo serenamente riconoscere – aggiunge monsignor Atzei – che siamo “un'isola felice” a livello ecclesiale, perché, in un contesto generale di crisi di fede, permane nelle nostre Chiese la memoria viva di Cristo, la si celebra, la si testimonia pur con tutti i limiti. Ogni tanto noi Pastori ci sorprendiamo di come la fede del nostro popolo abbia un nucleo così forte e saldo». Una cosa è certa: i vescovi inviteranno il Papa a «un viaggio in Sardegna, con un breve passaggio in tutte le nostre Chiese», da buon francescano itinerante.

In Primo Piano

Video

I consiglieri regionali Piero Maieli e Gianni Chessa si autosospendono dal gruppo del Psd'Az

Le nostre iniziative