La Nuova Sardegna

Sassari

Campus torna in appello

Campus torna in appello

Droga, la Cassazione annulla la condanna a 15 anni

23 maggio 2013
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SASSARI. Nuovo processo in Appello per Alberto Campus, condannato in secondo grado per traffico di droga a 15 anni, verdetto poi annullato dalla Cassazione. Accogliendo uno dei motivi del ricorso presentato dai difensori di Campus, i legali Marco Palmieri e Ettore Licheri, la Suprema corte ha rinviato il giudizio a nuova sezione di Corte d’appello (presumibilmente, quella di Sassari) per rideterminare la pena. Stessa sorte per uno dei coimputati di Campus nell’inchiesta divenuta nota come “Operazione Vesuvio 2006”, il napoletano Gennaro D’Antonio. Per il resto, la Cassazione ha confermato la condanna di Renato Garau, sassarese, assistito dagli avvocati Gabriele Satta e Gabriela Pinna Nossai, a poco meno di 20 anni. E quella per l’ex agente della Polizia penitenziaria in servizio a San Sebastiano, Antonio Del Rio (difeso dal penalista Agostinangelo Marras), che deve scontare 6 anni e 10 mesi. Dal processo erano invece definitivamente uscite la moglie di Campus, Carmela Farinelli e l’altra sassarese processata, Rosa Manconi, assolte con formula piena dalla Corte d’appello di Cagliari. Per gli altri imputati l’Appello aveva diminuito le pene, inflitte dal gup di Cagliari. La Procura distrettuale aveva scoperto una banda sardo-campana specializzata nel narcotraffico in grande stile. Fiumi di cocaina ed eroina, una media di quattro o cinque chili ogni mese, riversati in Sardegna dalla Campania tra il 2006 e il 2008. Un ruolo importante lo avrebbe avuto l'ex imprenditore edile sassarese Albertone Campus , 44 anni, e Renato Garau, di 47, titolare di un circolo privato a Sassari. Le telecamere della polizia avevano ripreso gli incontri e i trasbordi di voluminosi borsoni da un'auto all'altra. Secondo le accuse era D'Antonio, durante finte gite di piacere, a gestire i rapporti con i referenti sardi della organizzazione e a rifornirli di partite di droga. Proprio attraverso quei canali erano arrivati in Sardegna Pasquale Cozzolino, di Ercolano; e Giovanni Brancaccio, chef di Torre del Greco, poi condannati e divenuti collaboratori di giustizia. Le loro dichiarazioni sono anche agli atti dell’inchiesta sul presunto traffico di droga all’interno del carcere di San Sebastiano, al vaglio del giudice preliminare di Cagliari, dove l’altro testimone è Giuseppe Bigella.

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