La Nuova Sardegna

Sassari

I precari di Agris chiedono stabilità

di Barbara Mastino
I precari di Agris chiedono stabilità

Da sei anni attendono l’assunzione a tempo indeterminato e adesso si dicono pronti a occupare il deposito di Su Padru

23 maggio 2013
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OZIERI. Si dicono pronti a clamorose azioni di protesta, anche a un’occupazione simbolica del deposito stalloni di Su Padru, gli artieri precari Agris che da sei anni attendono l’assunzione a tempo indeterminato.

Chiamarli precari è però ormai un errore: dal 2010 infatti questi lavoratori non vengono chiamati nemmeno per i lavori stagionali, e possono dirsi a tutti gli effetti disoccupati. Si tratta di tredici artieri, tra i quali due donne, giovani ma anche adulti: padri e madri di famiglia senza lavoro da troppo tempo.

Eppure anche per costoro, come per i loro colleghi stabilizzati a partire dal 2007, pareva esserci una possibilità di assunzione. A scadenza regolare arrivano le promesse: l’ultima alla fine dello scorso anno, con la comunicazione che la Regione aveva stanziato circa 700 mila euro per l’assunzione in Agris di diciotto lavoratori di categoria B. Ma da allora nulla.

«Dicevano che prima il problema erano i soldi – raccontano i lavoratori – ma adesso a quanto pare i soldi ci sono e non succede niente lo stesso. Non sappiamo più a cosa credere: l’ultima promessa risale alla fine del 2012, un periodo nel quale la crisi politica regionale faceva prevedere elezioni imminenti. Le elezioni non sono arrivate, e si terranno l’anno prossimo: dobbiamo aspettarci un’altra vana promessa da Agris prima delle consultazioni?».

Un’amara constatazione per questi lavoratori, che si sentono «traditi e presi in giro» dalla politica ma anche dai sindacati, «del tutto assenti». «Basta promesse, vogliamo lo stesso trattamento degli altri – dicono ora senza nascondere la loro rabbia – e siamo pronti a stracciare le nostre tessere elettorali perché non ci fidiamo più di una classe politica inerme che finge di ricordarsi di noi solo alla vigilia delle elezioni. L’assessore Cherchi venga a farci una visita: si renderà conto con i suoi occhi di come siamo ridotti. Ci hanno detto che quei 700 mila euro sono stati messi da parte “apposta per noi”, ma sono per noi o per altri?».

Agris da tempo dichiara di avere lavoratori in esubero, e per questo dice di non poter provvedere ad altre assunzioni. «Gli esuberi sono in altri settori – rispondono gli artieri – e certo non nel nostro: prova ne sia che ogni anno (e anche di recente) il Dipartimento dell’Ippica inoltra domanda per assumere almeno degli stagionali per tre mesi, ma ogni richiesta viene respinta. Va avanti così ormai dal 2010, e da quella data noi non abbiamo avuto occasioni di lavoro, nemmeno quelle precarie che avevamo prima. Senza contare – aggiungono – che a quanto pare presto sarà costruito a Su Padru un nuovo galoppatoio: chi ci lavorerà, se non c’è personale a sufficienza? Quello attualmente i servizio sta addirittura facendo doppi turni, ma Agris insiste nel dire che non servono altre assunzioni. Eppure in altri settori diversi dal nostro l’agenzia sta assumendo».

Figli e figliastri, quindi, e un settore ippico completamente trascurato, promesse non mantenute, famiglie in piena crisi. Come finirà?

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