La Nuova Sardegna

Sassari

Tagli alla Giustizia, si va verso il rinvio

di Andrea Massidda

Accordo unanime dei partiti per la proroga di un anno del decreto legislativo che cancella le sezioni distaccate dei tribunali

23 maggio 2013
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SASSARI. Dopo la sentenza del Tar di Cagliari, che due settimane fa ha stabilito come almeno sino al prossimo 13 settembre sarà ancora possibile iscrivere nuove cause nelle sezioni distaccate dei tribunali sardi - per la sopravvivenza dei piccoli presidi giudiziari isolani (in particolare per quelli di Alghero e di Olbia) si accende un’altra speranza. Questa volta, però, la notizia arriva da Roma e a darla è il presidente della Commissione giustizia del Senato Francesco Nitto Palma. Il quale ieri mattina ha annunciato che sulla richiesta di rinvio della riorganizzazione della geografia giudiziaria nazionale è stato raggiunto un accordo unanime tra i partiti politici. Dichiarazione che in realtà stride non poco con quanto detto dal ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri lunedì scorso, proprio in commissione, quando aveva assicurato che la riforma potrà entrare in vigore puntualmente a metà settembre perché «la fase di realizzazione procede con speditezza». Ma tant’è.

L’accordo. La proroga di un anno dell’applicazione del tanto contestato decreto legislativo numero 155 del 2012 (quello che appunto ridisegna la geografia giudiziaria nazionale in nome della spending review) sembra pressoché scontata, al punto che secondo Palma ci sarebbe persino il consenso del Movimento Cinque Stelle e si potrebbe arrivare al voto già entro la settimana prossima. Favorevole al rinvio anche il Partito democratico, che proprio in questi giorni, sia a Palazzo Madama (con un disegno di legge che vede come primo firmatario Felice Casson, vicepresidente della Commissione giustizia del Senato) sia a Montecitorio (con una proposta di legge fatta da dodici deputati), sta chiedendo con insistenza la proroga del provvedimento voluto nel settembre scorso dall’allora guardasigilli Paola Severino.

La Corte Costituzionale: Nel frattempo si attende il pronunciamento della Corte Costituzionale, che tra il 2 e il 3 luglio (non più a ottobre, come era stato previsto in precedenza) deciderà se il decreto legislativo in questione è in contrasto o no con la Legge fondamentale dello Stato. Secondo Casson - la cui iniziativa parlamentare è stata presa in esame proprio ieri sera - il rinvio si renderebbe necessario per diversi motivi. Intanto perché la riorganizzazione sul territorio degli uffici giudiziari prescrive criteri oggettivi e omogenei che a suo avviso in molti casi non sono stati rispettati. Eppoi perché - sempre per quanto si evince dal testo presentato in commissione ) alcune regioni sarebbero state fortemente penalizzate, mentre altre particolarmente salvaguardate: in alcuni casi il criterio è stato quello degli abitanti, in altri quello della superficie, in altri ancora quello del numero dei procedimenti o quello del numero dei magistrati.

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