La Nuova Sardegna

Sassari

Telecamere puntate sui lavoratori

di Pinuccio Saba

La direzione della centrale avrebbe installato l’impianto di telesorveglianza anche interna all’insaputa del sindacato

29 maggio 2013
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SASSARI. Una “batteria” di ottanta telecamere per la videsorveglianza distribuita lungo il perimetro ma anche nei punti nevralgici delle termocentrale di Fiume Santo. È questo l’ultimo episodio che rischia di acuire ulteriormente i già impalpabili rapporti fra le organizzazioni sindacali e i vertici aziendali, anche a causa dell’atteggiamento di E.On che secondo il sindacato avrebbe avviato una tattica mirata a impedire o a rendere difficile i rapporti fra i lavoratori e i dirigenti di Filctem–Cgil, Flaei-Cisl, Uiltec-Uil e Cisal Federenergia.

«Per ieri mattina avevamo programmato un’assemblea a Fiume Santo da tenere in contemporanea con lo sciopero (solo formale) dei lavoratori dei gruppi 2 e 4 – spiega il segretario della Uiltec Franco Peana –. Con una serie di contestazioni quantomai risibili mi hanno tenuto al cancello di ingresso per quaranta minuti. Quando poi dovevamo iniziare l’assemblea, l’azienda non ci ha voluto consegnare le chiavi della sala mensa fino a quando non è arrivato un delegato di fabbrica. Una cosa che non era mai accaduto e che conferma la volontà di E.On di volere lo scontro a tutti i costi».

Ma il problema principale, che viola palesemente lo Statuto dei lavoratori (ancora in vigore) è quello del nuovo impianto di videosorveglianza. Un impianto che, per quanto concerne le telecamere interne alla termocentrale, può essere installato solo dopo un accordo (se si raggiunge) con le organizzazioni sindacali. In ballo non solo il divieto di controllo sui lavoratori sancito dalla Legge 300, ma anche da quello sulla tutela della privacy. «Credo proprio che questo sarà un argomento che dovrà essere affrontato in sede giudiziaria – aggiunge Peana – perché di quell’impianto il sindacato non sapeva proprio niente. Ovviamente mi riferisco alle riprese all’interno della centrale. Ma questo è solo l’ultimo di una serie di episodi che dimostrano ancora una volta che E.On intende sfruttare fino alla fine, fino all’ultima goccia di... olio combustibile di questa centrale, senza investire un solo centesimo».

Manutenzioni a parte, sostengono Cgil, Cisl, Uil e Cisal, la politica di disimpegno finanziario di E.On e chiara. «Hanno smantellato e trasferito al’estero il gruppo a turbo gas in men che non si dica – spiega il segretario della Uiltec –. Nel frattempo si stanno preparando alla dismissione dei gruppi 1 e 2 mentre stanno per completare l’iter autorizzativo per le bonifiche. Si partirà proprio dall’area del turbo gas mentre il futuro dei gruppi 1 e 2 è assolutamente incerto».

Segnali chiari, secondo le organizzazioni sindacali, che l’azienda di sta preparando a un’ulteriore limitazione, se non alla definitiva eliminazione, del diritto allo sciopero dei lavoratori. Con soli due gruppi di produzione, e cioè quelli a carbone, ogni sciopero verrà giudicato incompatibile con le esigenze di sicurezza delle rete di distribuzione.

«Questi argomenti sono stati al centro di un’assemblea durata più di quattro ore – prosegue Peana –, al termine della quale i lavoratori hanno deciso di proseguire con l’azione di lotta. Con nuove strategie e nuove modalità delle manifestazioni di protesta. L’azienda insiste nel suo progetto di dimezzare gli organici della centrale, progetto al quale risponderemo chiedendo il rispetto del contratto e della Legge 300. E ogni – conclude il segretario della Uiltec –infrazione verrà portata all’attenzione delle autorità competenti».

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