La Nuova Sardegna

Sassari

Concorso per dirigente, il Tar bacchetta il Comune

di Elena Laudante
Concorso per dirigente, il Tar bacchetta il Comune

Annullata la graduatoria del 2009 che assumeva il capo dell’Area ambiente Il secondo classificato vince la battaglia: «Il vincitore non aveva i titoli»

30 maggio 2013
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SASSARI. Un concorso per dirigente al Comune di Porto Torres vinto da colui che poi sarà licenziato, di lì a poco. Perché accusato di aver falsificato i requisiti per partecipare proprio a quella selezione. Ma la stessa amministrazione che aveva assunto e poi cacciato Marcello Garau, ex capo dell’Area ambiente oggi imputato nel processo con Flavio Carboni sulla cosiddetta “P3”, ha poi difeso quella selezione davanti al Tar, tribunale amministrativo cui aveva fatto ricorso il secondo classificato, Mario Cappai, funzionario a Sorso. E alla fine l’ha spuntata lui, almeno in primo grado.

Il Tar ha accolto la richiesta di annullare la graduatoria della selezione per titoli al Comune risalente al 2009. Perché viziata proprio da quella scelta - su Garau - rivelatasi illegittima, secondo i giudici amministrativi. Almeno questo racconta la decisione depositata due giorni fa in cancelleria, al tribunale che ha sede a Cagliari, cui il Comune potrà proporre eventuale appello davanti al Consiglio di Stato.

Intanto la decisione assunta dai magistrati della seconda sezione - presidente Alessandro Maggio, consiglieri Tito Aru e Antonio Plaisant - deve essere tradotta immediatamente in pratica. Stabilisce che l’amministrazione deve riassumere Cappai, escluso dalla selezione del 2009. E che solo dopo una lunga procedura, curata dall’avvocato Gian Comita Ragnedda, è riuscito a far valere le sue ragioni.

L’atto che il Tar ha annullato perché illegittimo è la graduatoria del concorso adottata con delibera del novembre 2009, che indicava quale vincitore Marcello Garau, già dirigente a contratto del Comune. Il punto è che tra i requisiti necessari per ottenere il posto fisso da dirigente, c’era quello di aver svolto lo stesso ruolo in un’altra amministrazione pubblica, per almeno 5 anni. Garau aveva presentato un’autocertificazione, ed era stato scelto. Poi però Cappai si era insospettito, aveva chiesto di vedere gli atti del procedimento e il suo legale aveva scoperto che a quell’autocertificazione, poi, non aveva fatto seguito una verifica presso la Asl.

Così il caso era finito davanti al Tar. Che da poco ha stabilito come il Comune non avesse verificato i requisiti di partecipazione al concorso di Garau, assistito dall’avvocato Enrico Maria Mastinu. Perché - scrivono i giudici - «dagli atti depositati in giudizio risulta l’insussistenza di siffatto requisito (cioè, l’analoga esperienza di 5 anni, ndc) atteso che fra detta struttura sanitaria (la Asl 1, ndc) e il controinteressato era intercorso unicamente un rapporto di collaborazione coordinata e continuativa, senza vincolo di subordinazione». Di qui, l’annullamento di quella graduatoria a favore del secondo classificato. Se davanti al Tar il Comune, assistito dal legale Franco Pilia, ha difeso quella selezione, poi nel processo davanti al giudice del lavoro iniziato su ricorso di Garau dopo il licenziamento, l’amministrazione ha sostenuto che non avesse i requisiti. Aveva fatto di più, presentando un esposto alla procura della Repubblica, che aveva ipotizzato a carico di Garau i reati di falso e truffa. Solo che poi, alla fine dell’inchiesta, il pm aveva archiviato tutte le accuse, e anzi bacchettato il Comune. Perché forse Garau avrebbe dovuto informarsi su cosa intendesse il Comune sul tipo di requisito, ma questa poteva costituire al massimo una colpa, non certo una truffa.

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