La Nuova Sardegna

Sassari

Arriva in Appello la guerra dei lampioni

di Vincenzo Garofalo
Arriva in Appello la guerra dei lampioni

Dopo la sconfitta in primo grado, Enel Sole riprova a ottenere dal Comune un salato risarcimento e 1237 punti luce

03 giugno 2013
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SASSARI. Scoppia la guerra dei lampioni fra il Comune di Sassari ed Enel Sole, società del Gruppo Enel specializzata nel settore dell’illuminazione pubblica. L’azienda nazionale trascina per la seconda volta Palazzo Ducale in tribunale chiedendo ai giudici la condanna dell’amministrazione comunale alla restituzione di 1.237 lampioni, passati nelle mani del Comune in seguito a una convenzione siglata nel 1992 e secondo Enel Sole ampiamente scaduta. L’azienda chiede anche che il Comune versi nelle casse societarie 150 mila euro (più interessi e rivalutazione monetaria) a titolo di risarcimento danni e come pagamento per aver utilizzato gli impianti negli ultimi anni.

Sulla querelle dell’illuminazione pubblica sassarese il Tribunale si è già espresso con una sentenza depositata nel gennaio del 2012, con cui sono state respinte le richieste di Enel Sole. Ora la costola del colosso Enel presenta ricorso in appello rinnovando le proprie istanze. Appello contro il quale il Comune si oppone costituendosi in giudizio e affidando gli interessi dell’amministrazione all’avvocatura civica.

La vicenda che ha portato davanti ai giudici il Comune ed Enel Sole ha inizio il 31 gennaio del 1992, quando Palazzo Ducale ed Enel stipulano una convenzione con cui la società energetica cede in comodato d’uso all’amministrazione comunale 1.237 centri luminosi su oltre duemila di sua proprietà, scaricando così sull’ente municipale l’onere del funzionamento e della manutenzione ordinaria e straordinaria dei lampioni. La durata della convenzione è stabilita in nove anni, con tacito rinnovo per ulteriori nove, salvo disdetta da notificare almeno sei mesi prima della scadenza. Il Comune prende quindi in gestione gran parte del sistema di illuminazione pubblica della città e tutto fila liscio per anni. Il 29 luglio 1999 Enel crea Enel Sole e con la procedura del conferimento di ramo d’azienda trasferisce a quest’ultima tutte le attività relative all’illuminazione pubblica, compresa quindi la proprietà degli impianti sassaresi.

Il 9 aprile del 2001 Enel Sole comunica la disdetta della convenzione all’ente locale, chiedendo la restituzione di 368 lampioni trasferiti all’amministrazione nel febbraio del 1993 e successivamente, con una lettera datata 31 gennaio 2002, anche di altri 869 centri luminosi passati in mano a Palazzo Ducale nel 1996. La restituzione non avviene e l’11 giugno 2009 Enel Sole si rivolge al Tribunale per far valere le proprie ragioni. La sentenza emessa nel 2012 dà però ragione al Comune. Secondo il giudice «l’illuminazione pubblica rappresenta un servizio pubblico e conseguentemente gli impianti destinati allo svolgimento di questo pubblico servizio devono considerarsi, a norma dell’art. 826, comma 2°, facenti parte del patrimonio indisponibile dell’ente e in quanto tali non possono essere sottratti allo loro destinazione se non nei modi stabiliti dalle leggi che li riguardano» si legge nel documento. Enel Sole contesta in appello la sentenza di primo grado, puntando soprattutto sulla proprietà degli impianti, che lo stesso Comune parrebbe, nei fatti, riconoscere all’azienda. I legali di Enel Sole portano come prova palese davanti al giudice l’avviso del 14 gennaio 2013 con cui il Comune chiede all’azienda di pagare la Tassa di occupazione di spazi e aree pubbliche (Tosap) per i lampioni al centro del braccio di ferro giudiziario. Quindi se è lo stesso Comune di Sassari a riconoscere la proprietà degli impianti alla Enel Sole, sostengono i legali della società, è giusto che sia restituita la piena disponibilità degli stessi all’azienda. Si vedrà in appello se l’argomentazione è fondata.

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