La Nuova Sardegna

Sassari

Centrale a biomasse ambientalista ma non troppo

di Vincenzo Garofalo
Centrale a biomasse ambientalista ma non troppo

Il nuovo impianto abbatterà le emissioni di fumi ma aumenterà la produzione di monossido di carbonio

06 giugno 2013
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SASSARI. Nella caldaia di riserva della centrale a biomassa brucerà Gpl al posto del temutissimo fok, gli impianti abbatteranno le emissioni di fumi nocivi in atmosfera, ma sul fronte ambientale due dati fanno eccezione alla sviolinata ecologica: il cuore pulsante della chimica verde di Porto Torres, manderà sì in pensione l’attuale centrale termoelettrica Versalis (che marcia a oli combustibili basso tenose di zolfo), ma produrrà ogni anno 30 mila e 600 tonnellate di ceneri da combustione, e sputerà nell’aria 280 tonnellate l’anno di monossido di carbonio (CO, il principale inquinante prodotto dagli scarichi delle auto), ossia ben il 213 per cento in più di quanto non succeda adesso. Sono i dati sul bilancio ambientale dell’intervento riportati nel documento con le integrazioni al progetto originale, allegato alla richiesta di Valutazione d’impatto ambientale e di Autorizzazione integrata ambientale per la costruzione della centrale, depositato giovedì scorso da Enipower spa all’assessorato regionale difesa dell’Ambiente. Il documento, con il quale Enipower accoglie le richieste delle istituzioni e delle associazioni del nord ovest Sardegna, ufficializza l’addio al fok per la caldaia di riserva e integrazione al servizio della centrale a biomassa, e sostituendo il pericoloso olio combustibile con il Gpl, così come già annunciato tre mesi fa al termine degli incontri con i rappresentanti del territorio. Una scelta alla quale Enipower è arrivata dopo avere scartato tutte le alternative percorribili per la realizzazione della caldaia ausiliaria che entrerà in funzione in due casi: nel caso si verificasse una carenza del combustibile basilare (la paglia di cardo e il cippato), e quando la caldaia principale, quella che funzionerà appunto bruciando la biomassa, dovrà essere sottoposta alle periodiche manutenzioni. Per questa caldaia di supporto i progettisti hanno detto no a diverse ipotesi: no a impianti a combustibile liquido, o gassoso; no a un’altra caldaia a biomassa; scartate anche l’idea di un impianto solare termico e quella di un macchinario con motori alternativi alimentati a gpl, gasolio oppure olio vegetale. Escluse la grande produzione di ceneri da combustione (che in parte saranno riciclate e in parte conferite nelle discariche del territorio autorizzate) e l’impennata nell’emissione di monossido di carbono, la centrale a biomassa di Enipower, almeno secondo le previsioni fornite dalla società, abbatterà gli scarichi inquinanti in atmosfera: rispetto alla situazione attuale l’emissione annua di SO2 si ridurrà del 65 per cento, quella di NO del 76 per cento, quella di polveri dell’89 per cento. È prevista anche una riduzione nei consumi di acqua di mare rispetto ai due generatori di vapore della centrale termoelettrica Versalis che bruciano olio combustibile denso “btz” e fok.

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