La Nuova Sardegna

Sassari

Il Comune: bonifiche poi il via libera al progetto Matrìca

Il Comune: bonifiche poi il via libera al progetto Matrìca

SASSARI. Su un punto amministratori comunali e rappresentanti dei movimenti si sono detti d’accordo: l’Eni deve avviare immediatamente la bonifica del sito industriale di Porto Torres, separando l’int...

06 giugno 2013
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SASSARI. Su un punto amministratori comunali e rappresentanti dei movimenti si sono detti d’accordo: l’Eni deve avviare immediatamente la bonifica del sito industriale di Porto Torres, separando l’intervento di risanamento ambientale dal progetto per la chimica verde. E questo anche se bonifiche, chimica verde e centrale a biomasse sono inserite nello stesso accordo di programma sottoscritto da Eni, Novamont, governo, Regione ed Enti locali. Argomenti che sono stati affrontati nel corso della riunione della commissione Ambiente, aperta alle associazioni e movimenti che guardano con sospetto al progetto industriale varato da Matrìca, la società nata dalla collaborazione fra Novamont e Polimeri Europa. Erano stati proprio i movimenti e le associazioni a chiedere un’audizione alla commissione ambiente, incontro che è stato solo il primo di una serie di confronti con chi è favorevole o contrario al nuovo progetto industriale nato all’ombra dell’Eni. Simone Maulu (iRs, che ha ribadito la richiesta di un confronto pubblico m fra i tecnici di Matrica e un gruppo di esperti scelto dai movimenti ) e Antonello Ziccone (5 Stelle) hanno illustrato le posizioni dei movimenti contrari, anche se con differenti sfaccettature, alla chimica verde (Csoa-Pangea Porto Torres, Kuiles, No Chimica Verde). Documenti che sono stati allegati al verbale della commissione e che si concludono con una richiesta ben precisa e cioè che l’amministrazione comunale si attivi perché possa essere costituito un Comitato Civico dei Garanti che «segua e controlli attentamente tutta la fase delle opere di bonifica e che al suo interno abbia una reale rappresentanza dei cittadini, e attui una completa trasparenza al fine di evitare che il controllore sia anche il controllato». Una posizione condivisa solo da alcuni commissari mentre il consigliere del Pd Gianpaolo Mameli ha sottolineato che un ente pubblico deve far conto solo su organismi pubblici come Arpas e Asl. Proprio il tema dei controlli ha caratterizzato gran parte del dibattito perché i movimenti non si fidano affatto dei dati forniti da Matrìca, posizione condivisa con diverse sfumature dai commissari. Ma soprattutto nutrono forti sospetti sulla centrale a biomasse che secondo i movimenti ma anche secondo il consigliere Isidoro Aiello (Idv) è destinata a diventare un inceneritore di rifiuti solidi urbani, magari delle ecoballe provenienti dalla Campania. Sospetti che, invece, non ha Gavino Pinna (Pd) anche per i suoi trascorsi e l’esperienza maturata da sindacalista e lavoratore dell’impianto petrolchimico. Centrale e biomasse e inceneritore comportano tecnologie differenti, soprattutto nella caldaia, e anche il fatto che il nuovo impianto possa apparire sovvradimensionato ha una spiegazione. Se è vero che la chimica verde necessita solo di 10 megawatt (la centrale ne prevede 42), l’altra energia prodotta serve per alimentare la produzione di vapore e la linea di produzione delle gomme (elastomeri), l’unico impianto sopravvissuto alla chimica tradizionale.

Due modi di vedere e interpretare il futuro della chimica verde che ieri si sono confrontati in una delle sale di Palazzo Ducale, confronto al quale hanno assistito alcuni lavoratori del petrolchimico (molti ex Vinyls) che, prima dell’inizio dei lavori della commissione avevano organizzato un sit in davanti al municipio a favore del progetto di Matrìca. Sì alla chimica verde, hanno detto ma soprattutto sì alla bonifica del sito inquinato di Porto Torres. (p.s.)

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