La Nuova Sardegna

Sassari

Asl, le sale operatorie vanno a “orario ridotto”

Asl, le sale operatorie vanno a “orario ridotto”

Durante la notte, il sabato, la domenica e nei festivi c’è la “pronta disponibilità” Il Centro democratico contesta la decisione presa per ottimizzare le risorse

08 giugno 2013
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SASSARI. Sale operatorie della Asl a orario ridotto: dalle 21 alle 7 e nei festivi, compresi sabato e domenica) non c’è un’equipe sanitaria fissa, ma si provvede (in caso di emergenza) attraverso la cosiddetta pronta disponibilità.

Una soluzione che ha sollevato le perplessità del Centro Democratico che ritiene grave la decisione della Direzione sanitaria aziendale.

Dal 13 maggio sono partite, infatti, in via sperimentale, per un periodo di sei mesi, le nuove disposizioni sull’utilizzo delle sei sale operatorie (le due nuove non ancora avuto la necessaria certificazione di sicurezza da parte della Regione) che costituiscono il blocco operatorio e tutto il personale dell’equipe unica multidisciplinare (infermieri, operatori oss e ausiliari) deve effettuare l’orario di lavoro secondo una precisa articolazione: dal lunedì al venerdì dalle 7 alle 14,12 e dalle 13,48 alle 21; l’orario della pronta disponibilità va dalle 21 alle 7 (quella notturna) mentre il sabato, la domenica e festivi la pronta disponibilità copre le 24 ore.

La Direzione sanitaria, infatti, ha deciso di applicare queste disposizioni soprattutto per questioni di risparmio. Una esigenza manifestata anche al sindacato che chiedeva una migliore organizzazione del lavoro, e al fine di favorire l’efficienza e il miglioramento dell’operatività di tutte le sale operatorie, ha razionalizzato il blocco operatorio, adeguando alla cardiochirurgia e neurochirurgia anche le sale operatorie di chirurgia generale e ortopedia. In pratica, finora le sale erano gestite separatamente, adesso è stato istituito un unico gruppo operativo multidisciplinare.

Però, contesta il Centro Democratico (Tore Piana, Roberto Desini e Antonio Lo Monaco) se durante la notte o nei festivi si verificasse un’emergenza riuscirebbe l’èquipe ad arrivare in tempo per salvare una vita? Anche se si trattasse di aneurismi addominali, rottur di milza, politraumatizzati ortopedici? Perchè - si sostiene - non si tratta solo di chiamare il personale, ma di predisporre le sale. Perchè, mentre la cardiochirurgia e la neurochirurgia sono strutturate per operare in emergenza e urgenza, non altrettanto lo sarebbero le altre sale. Queste infatti, non avrebbero il materiale sufficiente: «Mancano i container con i ferri chirurgici (un primario ne ha chiesto l’acquisto per 1,5 milioni, ma la richiesta non è stata evasa)». Insomma, dice il Centro democratico, è giusto parlare di risparmio economico in questi casi?

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