La Nuova Sardegna

Sassari

Ambiente

Primi passi per la bonifica della discarica di Calancoi

di Vincenzo Garofalo

SASSARI. La bomba ecologica di Calancoi sta per essere disinnescata. Il Comune ha bandito la gara d’appalto per la messa in sicurezza d’emergenza nei dieci ettari dell’ex discarica alle porte della...

08 giugno 2013
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SASSARI. La bomba ecologica di Calancoi sta per essere disinnescata. Il Comune ha bandito la gara d’appalto per la messa in sicurezza d’emergenza nei dieci ettari dell’ex discarica alle porte della città. I lavori, con una spesa di poco più di un milione di euro, saranno affidati a fine luglio, e una volta avviato il cantiere le ditte specializzate cui sarà aggiudicato l’appalto inizieranno una complessa opera di accertamento e monitoraggio di tutti i veleni della discarica.

Per evitare che questi veleni causino esplosioni e incendi e continuino a inquinare le zone circostanti, l’appalto prevede l’installazione di sofisticati sistemi di intercettazione e aspirazione dei gas e del percolato prodotti dalla collina di rifiuti che si affaccia sulla Valle dei ciclamini, lungo la vecchia strada per Osilo. Agendo in questo modo il Comune cercherà di arginare il rischio ambientali che l’ex discarica comunale esaurita e chiusa dal 1997 continua a rappresentare. Per risolvere definitivamente il problema la soluzione infallibile sarebbe quella di trasportare l’intera montagna di rifiuti in una vera discarica. Ma visto che nell’ex cava dal 1983 al 1997 sono finiti oltre 2 milioni di metri cubi di rifiuti, l’operazione appare una vera e propria missione impossibile, se non altro per i costi, stimati fra i 50 e i 100 milioni di euro. Tutto questo perché, quando negli anni Ottanta si decise di autorizzare una discarica a un passo dalla città e a un tiro di schioppo dall’invaso del Bunnari, le attuali norme di sicurezza e rispetto ambientale erano ancora fantascienza.

Nella vecchia cava si iniziò ad accumulare rifiuti senza mettersi il problema di impermeabilizzare il fondo, in modo d evitare che il percolato invadesse il terreno e si infiltrasse fino alle falde acquifere. Dai dati disponibili risulta che un timido tentativo di impermeabilizzazione è stato fatto nel 1990con uno strato di argilla spesso 30 centimetri. Per il periodo che va dal 1983 al 1987 non esistono documenti sulla tipologia di rifiuti conferiti nella discarica, quindi alla base della collina dei veleni potrebbe esserci di tutto. Per gli anni compresi fra il 1987 e il 1991 si sa per certo che a Calancoi sono stati smaltiti i rifiuti solidi urbani della città, inerti e materiale residuo delle lavorazioni da cava. Negli ultimi anni di esercizio del sito, dal 1991 al 1997, la discarica ha accolto anche ceneri e fanghi di incenerimento. E fino al 1994 tutte le ceneri prodotte dall’inceneritore sassarese di Funtana di Lu Colbu sono finite a Calancoi. Dal 2003 sono state avviate indagini approfonditee nel 2005, il ministero dell’Ambiente ha inserito l’area di Calancoi fra i confini del Sito di interesse nazionale “Aree industriali di Porto Torres”, aprendo così una corsia preferenziale per le bonifiche. L’assessorato comunale all’Ambiente già ha fatto un primo intervento per captare il percolato e i gas che si sprigionano dalla montagna di rifiuti, affidando a una ditta privata la realizzazione di tre pozzi di intercettazione. Ora con il nuovo appalto da un milione di euro saranno eseguiti una lunga lista di interventi d’urgenza che comprendono: la messa in stabilità della collina di rifiuti, che potrebbe cedere da un momento all’altro; il monitoraggio costante delle temperature e dei movimenti del gas, per prevenire possibili esplosioni e incendi; il controllo e l’aspirazione del percolato; l’analisi e il monitoraggio delle zone attorno alla discarica, fino a un chilometro dal sito, comprese il controllo delle acque del rio Bunnari.

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