La Nuova Sardegna

Sassari

Il pm: «Truffò lo Stato, legale a processo»

di Elena Laudante
Il pm: «Truffò lo Stato, legale a processo»

L’accusa chiede il rinvio a giudizio per l’avvocato e imprenditore Pietro Calvia e sette coimputati

03 luglio 2013
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SASSARI. Poche parole per chiedere al giudice dell’udienza preliminare il rinvio a giudizio dell’avvocato e imprenditore Pietro Paolo Calvia e altri 7 imputati. Dopo il pm Carlo Scalas è toccato ai difensori degli accusati, che hanno iniziato le arringhe. Il gup Carla Altieri deciderà il 2 ottobre sull’eventuale rinvio a giudizio per le accuse di truffa e dichiarazione fraudolenta (al Fisco) mediante fatture false, rispetto a opere della sua azienda, finanziate in parte con soldi pubblici. In quella data il gup potrebbe anche decidere di accogliere la richiesta dei difensori e scagionare gli otto imputati.

L’inchiesta sull’avvocato ruota attorno alle due società riconducibili a lui e ai fratelli Sergio e Marco (imputati solo di truffa), Ager e Commedil. La prima chiede e ottiene fondi pubblici; l'altra, la Commedil, sarebbe invece stata utilizzata - è il sospetto della Procura - per la presunta "intermediazione fittizia" con ditte fornitrici «solo per garantire l'emissione delle fatture», sostengono gli inquirenti. Fatture emesse che poi Calvia avrebbe allegato alla dichiarazione dei redditi 2007. Secondo le indagini della Guardia di finanza di Ozieri, Calvia avrebbe commesso una truffa allo Stato, avendo ottenuto poco meno di 1 milione di euro nell'ambito dei Contratti d'area per realizzare un immobile alla Ager - capannone e impianti - che avrebbe costruito solo in parte. E a fronte di spese dichiarate per 1,2 milioni, ne avrebbe sborsato meno, circa 800mila euro, lucrando sulla differenza, calcola la Finanza. Secondo la Procura, il danno allo Stato derivante da questo presunto raggiro ammonta comunque all'intera cifra versata a Calvia dal ministero delle Attività produttive nel febbraio 2008: circa 940mila euro. L'imprenditore-avvocato originario di Mores risponde anche per le fatture in relazione alle forniture di alcuni artigiani. Oltre ai fratelli Calvia (difesi dal legale Sebastiano Chironi), imputati sono Francesco Manconi (imputato solo di truffa), ingegnere, che ha attestato l'avvenuta esecuzione dei lavori che secondo la magistratura furono realizzati solo in parte, assistito dal legale Pietro Diaz. E poi, gli imprenditori (solo per l’emissione di fatture) Sebastiano Canu, originario di Padria, Luigi Piras di Sassari, Gavino Dessanti e Luigi Dessanti, entrambi sassaresi, difesi dai legali Maria Claudia Pinna e Luigi Esposito. In relazione a un altro procedimento, a carico di Sergio Calvia e otto artigiani (uno dei quali difesi da Piera Bulla e Domenica Giagheddu) il pm ha chiesto il non luogo a procedere per intervenuta prescrizione.

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