La Nuova Sardegna

Sassari

Sulcis in rivolta, marcia su Cagliari: occupata Villa Devoto

Sulcis in rivolta, marcia su Cagliari: occupata Villa Devoto

Disoccupati, cassintegrati, artigiani, piccoli imprenditori travolti dalla crisi stanno dando vita ad una dura protesta contro la crisi: uccupata la sede di rappresentanza della Regione: chiesto lo sblocco dei pagamenti di 15mila istanze per gli ammortizzatori sociali in deroga

03 luglio 2013
2 MINUTI DI LETTURA





CAGLIARI. «Sulcis in rivolta. Ora basta!». La scritta campeggia su decine di magliette di disoccupati, artigiani, cassintegrati e piccoli imprenditori travolti dalla crisi nel Sulcis-Iglesiente, la provincia più povera d’Italia, ora commissariata, che da stamane hanno invaso Cagliari per protesta. Una quindicina di lavoratori, guidati dal segretario della Filca-Cisl del Sulcis, Daniele Mele, attorno alle 6 ha scavalcato la recinzione di Villa Devoto, la sede di rappresentanza della Regione, decisa ad accamparsi nel grande giardino finchè non saranno sbloccate le pratiche di pagamento di circa 15mila istanze per gli ammortizzatori sociali in deroga.

- La protesta, cui partecipano poco più di 250 persone partite dal Sulcis sotto l’egida del sindacato, ma anche del cosiddetto «popolo delle Partite Iva», è cominciata attorno alle 4 del mattino sulla strada statale 130, che da Cagliari conduce nell’Iglesiente: un gruppo di una trentina di manifestanti ha bloccato per circa due ore il traffico, rallentando una ventina di auto, all’altezza del bivio per Villamassargia, sotto la vigilanza dei carabinieri della compagnia di Iglesias. La protesta pacifica non ha provocato particolari disagi.

Nel frattempo, un altro gruppo raggiungeva Villa Devoto per occuparla, come già accaduto il 4 giugno scorso, per chiedere conto al presidente della Regione, Ugo Cappellacci, degli impegni assunti in quell’occasione, in particolare lo sblocco dei fondi necessari a soddisfare le domande di ammortizzatori sociali in deroga provenienti da un territorio prostrato dalla mancanza di lavoro e dalla disperazione, soprattutto fra i lavoratori dell’edilizia. «Ma abbiamo soprattutto bisogno di lavorare», spiega Mele da dietro la recinzione di Villa Devoto, «Certo non ci bastano i 300 euro al mese che molti di noi, alla terza proroga degli ammortizzatori, percepiscono ogni mese. Chiediamo anche che siano sbloccati i numerosi cantieri per opere pubbliche già previsti nei comuni».

- Un altro gruppo di manifestanti, una ventina, si è diretto verso l’aeroporto di Cagliari Elmas per protestare in occasione dei numerosi voli del mattino, di solito i più affollati, ma ha trovato le forze dell’ordine ad attenderlo all’altezza della rotonda d’ingresso. I passeggeri che non sono riusciti ad arrivare in auto alle partenze, hanno raggiunto l’aeroporto a piedi. La protesta, comunque, è durata circa mezz’ora. La marcia della disperazione su Cagliari si è poi spostata al porto, nella centrale via Roma, e davanti al Consiglio regionale, che alle 10.30 si riunirà per riprendere l’esame della legge di riordino degli enti locali. Sono previste altre azioni dimostrative.

«Stavolta non ce ne andremo senza garanzie e senza aver avuto la conferma che i pagamenti sono stati sbloccati», avvertono i manifestanti accampati dentro il giardino di Villa Devoto e i loro colleghi, fra i quali molti giovani in mobilità, che pazientemente attendono seduti sui gradini della scalinata esterna in via Oslavia.

In Primo Piano
La mappa

Sardegna 15esima tra le regioni per reddito imponibile, Cagliari la città “più ricca”

Le nostre iniziative