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Il Caso

Vuole pagare con le monete ma alle Poste gli dicono no

SASSARI. Va alle Poste per fare un versamento, ma il pagamento in monete gli viene rifiutato. Per un tabaccaio il no ricevuto allo sportello ha avuto più di uno strascico. In primo luogo l’arrabbiat...

06 luglio 2013
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SASSARI. Va alle Poste per fare un versamento, ma il pagamento in monete gli viene rifiutato. Per un tabaccaio il no ricevuto allo sportello ha avuto più di uno strascico. In primo luogo l’arrabbiatura per il mancato buon fine di un’operazione che tante altre volte, sottolinea, aveva compiuto senza problemi. In secondo luogo la probabile sanzione che gli verrà applicata per ritardato pagamento della somma dovuta.

Gianfranco Sanna, tabaccheria in via De Nicola, è però pronto a far valere le sue ragioni. Ha già deciso di presentare un esposto alla Banca d’Italia e alla direzione provinciale delle Poste. «Mi risulta che le Poste non possano rifiutare il pagamento con monete che hanno corso legale – afferma –. Alla mia contestazione è stato risposto che esiste una direttiva interna per cui non possono essere accettati più di 50 pezzi in moneta. Lo scopro ora perché non mi era mai capitato: anzi, per la consuetudine di lavoro che ho con le Poste, spesso mi è capitato di avere richieste dagli stessi uffici di pagamenti con monete per le loro necessità».

L’episodio denunciato dal tabaccaio è accaduto giovedì sera, intorno alle 19, nell’ufficio postale di via Alghero. E ha avuto anche momenti di tensione. Sanna ha infatti chiamato a intervenire i carabinieri che poi gli hanno consigliato di presentare l’esposto. «Avevo mandato mio figlio a fare il periodico versamento settimanale a Lottomatica sulle quote del lotto. Erano le 19 e quando a lui è stato rifiutato allora l’ho raggiunto – racconta Sanna –. Erano 1400 euro, di questi solo 200 erano in monete. E da uno e due euro, per giunta suddivise in blister, proprio per facilitare le operazioni di cassa. Avrei capito se ci fossero state resistenze di fronte a un sacchetto di monetine, ma non era, appunto, il mio caso. Quando ho protestato mi è stato risposto dal direttore che per regolamento interno non potevano accettare quella forma di pagamento».Il commerciante però si è informato. «C’è una legge del 2001, firmata dall’allora ministro Tremonti, che esenta banche, Poste e intermediari finanziari dal limite dell’accettazione dei 50 pezzi».Invece, per gli uffici postali, questo limite continua ad esistere e sembra sia stato confermato da una recente circolare, diramata appena lo scorso aprile. «Mi sembra un controsenso», dice Gianfranco Sanna. Quanti altri raggranellano spiccioli per pagare le bollette stiano attenti.: potrebbero essere costretti a un dietrofront.

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