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Guerra di campane, Zara al contrattacco

ITTIRI. Non accenna a placarsi la polemica tra il sindaco Tonino Orani e il consigliere di opposizione Giacomo Zara, relativa ad un'interrogazione, con richiesta di risposta scritta, sull'abbassamento...

03 settembre 2013
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ITTIRI. Non accenna a placarsi la polemica tra il sindaco Tonino Orani e il consigliere di opposizione Giacomo Zara, relativa ad un'interrogazione, con richiesta di risposta scritta, sull'abbassamento del tono delle campane della chiesa di San Pietro, deciso dal parroco Don Luigi Maiocchi, a seguito di richiesta del primo cittadino. Zara chiede infatti il ripristino delle condizioni preesistenti l'intervento di Orani. Quest'ultimo, nella lettera di risposta all'interrogante, sostiene che alcuni cittadini, residenti nei pressi della chiesa parrocchiale, si erano lamentati per «l'eccessivo volume e la altrettanto eccessiva frequenza delle emissioni sonore, provenienti dalla chiesa». Nella replica Zara non usa mezzi termini e accusa il sindaco di «banalizzare le osservazioni di chi svolge il ruolo di opposizione e che ha voluto dar voce ad una sensazione diffusa di malcontento». Orani, invece, accusa Zara, affermando che «si trincera dietro termini come “alcuni” e dietro l'atteggiamento educato e riflessivo del parroco che avrebbe accolto la richiesta. Cosa c'entra – prosegue la nota – la situazione nazionale, regionale la decadenza di Berlusconi con un problema locale che riguarda la sola comunità dei fedeli di Ittiri?». Zara per tutta risposta passa dal sacro al profano sostenendo che quello usato da Orani è «il solito metodo per parlare d'altro confondendo le idee ai cittadini. Si preferisce attaccare sul piano personale – conclude il documento – chi pone il problema, per catalogarlo tra le cose inutili, dimostrando l'incapacità di individuare ciò che è importante da ciò che non lo è». Intanto, come sempre accade in simili circostanze, il paese si divide in due e l'argomento è diventato elemento di comune discussione con favorevoli e contrari alla decisione del parroco che vede prevalere, e di molto, i secondi, entrambi però, accerchiati da un'enorme schiera di indifferenti. Anche questo rappresenta un segno dei tempi che cambiano. (v.m.)

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