La Nuova Sardegna

Sassari

I radicali: firmiamo tutti per i referendum

I radicali: firmiamo tutti per i referendum

Presentati i 12 quesiti: dal divorzio alla giustizia. Oggi banchetto per le adesioni in viale Italia

13 settembre 2013
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SASSARI. «Lanciamo un appello ai cittadini e a tutti i partiti, che siano di destra o di sinistra: i temi dei referendum sono importanti per la vita del Paese, hanno un valore che va al di là dell’appartenenza politica e perciò invitiamo tutti a firmare». È partita anche in città la campagna di raccolta di adesioni ai dodici referendum promossa dai Radicali e dall’Unione delle Camere penali in tutta Italia. Firme necessarie per l’ammissibilità dei referendum. Oggi, dalle 10, saranno raccolte in un banchetto in viale Italia, vicino alla Upim, ma chi vuole può sottoscrivere il modulo anche in Comune. C’è tempo fino al 23 settembre, ma il comitato promotore si augura che i sassaresi già oggi rispondano in maniera massiccia e non aspettino la scadenza. Ieri la leader radicale Maria Isabella Puggioni con Andrea Sircana, l’avvocato Giuseppe Conti, vicepresidente nazionale dell’Unione delle Camere penali, e il consigliere comunale socialista Pierpaolo Panu hanno illustrato i referendum. Dei dodici quesiti, sei vertono sulla giustizia e gli altri su una serie di questioni civili, già oggetto di battaglie referendarie radicali. C’è l’immigrazione, e si punta all'abrogazione delle norme che ostacolano il lavoro e il soggiorno regolare. Poi ci sono quelli per la libertà di scelta sulla destinazione dell'8 per mille, per l'abolizione del finanziamento pubblico ai partiti, e sul divorzio breve, per eliminare i tre anni di separazione obbligatori ora necessari per ottenerlo. E poi le droghe: niente carcere per fatti di lieve entità. Ma sono di peso quelli sulla giustizia: la separazione delle carriere tra giudici e pubblici ministeri (due i quesiti) l’abolizione dell’ergastolo, la limitazione ai casi più gravi della custodia cautelare, e che i magistrati fuori ruolo rientrino nelle loro funzioni.

«Invitiamo la sinistra che si è defilata dopo la firma da parte di Silvio Berlusconi a sostenere la nostra battaglia – ha detto Maria Isabella Puggioni –. Non si può ritenere i referendum inquinati solo perché ha aderito l’ex premier. È una questione di democrazia e di democrazia c’è bisogno anche nel centrodestra. Senza contare i riflessi economici che l’abolizione delle norme che noi chiediamo potrebbe produrre: abbiamo calcolato che lo Stato risparmierebbe 2,7 miliardi di euro».

Anche Giuseppe Conti ha sollecitato a superare logiche che «niente hanno a che fare con gli interessi dei cittadini. La politica è ingessata e non tiene conto di esigenze reali, come quella di una riforma della giustizia non più rinviabile perché è fondamentale per la vita democratica. Perciò l’Unione delle Camere penali è con i radicali in questa avventura referendaria, come è già avvenuto in passato».

Anche Pierpaolo Panu ha rilevato lo scollamento tra politica e cittadini che i referendum vogliono colmare. «Prendiamo il finanziamento pubblico ai partiti: tutti sono d’accordo a parole, ma poi non firmano».

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