La Nuova Sardegna

Sassari

Un fiume sotterraneo in via Rosello

di Luca Fiori
Un fiume sotterraneo in via Rosello

Un artigiano denuncia: «Le cantine della mia bottega invase dall’acqua per una perdita nella rete, c’è il rischio di crolli»

19 settembre 2013
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SASSARI. Un fiume sotterraneo scorre silenzioso da mesi, forse da anni, sotto le antiche palazzine di via Rosello. Edifici storici, alcuni con oltre 200 anni di storia, le cui fondamenta poggiate sul tuffo potrebbero essere a rischio crollo a causa di una grossa perdita d’acqua a cui nessuno, tra gli enti interpellati durante l’estate, è riuscito a porre rimedio. Ora potrebbe essere chiamata ad occuparsene la magistratura. L’acqua intanto continua a scorrere al ritmo di oltre sessanta litri l’ora e a sgretolare - goccia dopo goccia - le vecchie colonne in tuffo su cui si regge la palazzina.

L’allarme è stato lanciato da un commerciante della via che per caso, circa tre mesi fa, ha scoperto che gli antichi sottorreanei del vecchio stabile a quattro piani, un tempo usati dal padre come deposito per la frutta e la verdura, erano completamente invasi dall’acqua. «Temo che questa vicenda sia stata presa con troppa leggerezza – racconta Giovanni Tilocca –. I o non sono un tecnico, ma ho visto con i miei occhi quello che sta accadendo là sotto e non vorrei che si intervisse quando è ormai troppo tardi».

Dall’ex negozio di ortofrutta di via Rosello, oggi trasformato da Giovanni Tilocca, sassarese di 42 anni, in un laboratorio d’arte in cui realizza a mano candelieri in miniatura e altri simboli della città come la fontana di Rosello, si accede a un’antica cantina da cui partono dei cunicoli che arriverebbero addirittura a porta Sant’Antonio. «Tanti anni fa – racconta Tilocca – percorremmo un centinaio di metri del tunnel e ricordo che trovammo anche antiche anfore che dovrebbero essere ancora là sotto. Oggi però arrivare all’ingresso del cunicolo è impossibile a causa dell’acqua». Per capire chi fosse il responsabile della grossa perdita e sincerarsi che non ci fosse pericolo l’artigiano ha chiamato inizialmente i vigili del fuoco. «Sono venuti e sono scesi là sotto con me – racconta – e mi hanno confermato quello che temevo: cioè che a lungo andare tutta quest’acqua potrebbe creare dei danni». Tilocca però non si è limitato a questo. «Ho chiesto l’intervento di Abbanoa – racconta – e i tecnici che sono intervenuti e hanno fatto dei prelievi nella cantina hanno confermato che si tratta di acqua bianca proveniente dalla rete, ma non hanno potuto chiuderla perché c’era il rischio di lasciare il quartiere a secco, hanno detto».

Tilocca ha informato anche l’amministrazione comunale. «Ho inviato una mail al sindaco e il giorno dopo il Comune ha mandato un tecnico che è arrivato qui ma ha solo ha fatto è scattato alcune foto della facciata, rifiutandosi di scendere nella cantina invasa dall’acqua dove avrebbe visto quello che sta accadendo alle colonne in tuffo e anche il materiale di risulta buttato là sotto da chi, anni fa ha eseguito i lavori per la posa dei sottoservizi e forse ha causato il danno». Il prossimo passo di Tilocca, mentre l’acqua continua a scorrere sotto la sua bottega, sarà una visita in Procura.

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