La Nuova Sardegna

Sassari

Il futuro dell’industria è a valle del “MaterB”

di Pinuccio Saba
Il futuro dell’industria è a valle del “MaterB”

L’università ha ospitato un simposio sul progetto di Matrìca sulla chimica verde Dal Consorzio industriale l’invito a far presto ma senza dimenticare le bonifiche

21 settembre 2013
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SASSARI. Il futuro dell’industria nel nord ovest della Sardegna è nella chimica verde. E non tanto nelle produzioni che saranno avviate da Matrìca, quanto nelle aziende che a valle lavoreranno trasformeranno il MaterB proditto a Porto Torres in oggetti di uso comune. Ieri l’aula magna della Facolta di Chimica e Farmacia ha ospitato un simposio sulla chimica verde, voluto dal Consorzio industriale provinciale e dall’Università di Sassari. Un simposio servito a fare il punto sul progetto “chimica verde” ma soprattutto per capire quali saranno gli sbocchi produttivi e occupazionali del nuovo polo chimico. Un polo che si candida a occupare una posizione di eccellenza in campo europeo e che per far questo, come ha sottolineato il rettore dell’ateneo Sassarese, non può «non tener conto delle ricerche dell’università, in particolare della facoltà di Agraria che ha già fornito un notevole apporto anche individuando alcune criticità del progetto che si sono poi rilevate fondate». Ma come ha sottolineato il presidente del Consorzio industriale Franco Borghetto, è necessario procedere celermente alla costruzione degli impianti ma senza tralasciare le bonifiche. « È vero che non tutto è fermo, e Syndial ha avviato i primi interventi di messa in sicurezza previsti – ha detto Borghetto – ma servono garanzie di conclusione in tempi rapidi se vogliamo, tutti - istituzioni, forze imprenditoriali e sociali - dare una nuova speranza e un futuro certo al territorio». Rassicurazioni che rappresentanti di Matrìca hanno ribadito ancora una volta, sottolineando il coinvolgimento dell’agricoltura. Un tema affrontato anche da Guido Ghisolfi presidente della Biochemtex e Ceo di Beta Renewables. «.Non è vero che per coltivare biomasse bisogna invadere i terreni di colture ad hoc Ha detto il manager –. Stiamo perdendo continuamente ettari di agricoltura: a 75 km da Portovesme, in un'area di 102mila ettari coltivabili ne vengono realmente sfruttati solo 22. Si deve riuscire a produrre in modo sensato: non abbiamo bisogno di competere con l'agricoltura che c'è, quella continui a esserci, quegli ettari, per l'industria di biochimica, non interessano. In Italia e in Sardegna ci sono terreni non buoni per il food ma ottimi per essere convertiti in biochimica e biocarburanti». Ma uno degli aspetti più interessanti è arrivato dagli interventi di tre imprenditori, uno veneto e due sardo, che operano “a valle” di Novamont. Mauro Apostolo, responsabile commerciale di Ecozema, ha spiegato come una piccola azienda sia riuscita a inserirsi nel business delle Olimpiadi di Londra, manifestazione che ha utilizzato 13 milioni di pezzi (posate per il catering) prodotte a Schio mentre Antonio Madau ha raccontato la nascita dell’azienda, la Stemaplast, che produce buste di plastica a Paulilatino. Infine Tonino Tanda ha illustrato il progetto della Turris Sleeve che a Porto Torres, vedrà la luce a metà del 2014, per la produzione di tubi-manichette per l’avvolgimento e l’imballaggio a caldo.

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