La Nuova Sardegna

Sassari

Sequestro di aragoste in un ristorante

Sequestro di aragoste in un ristorante

Castelsardo, pesante multa per un operatore che teneva i crostacei in un acquario senza targhette

21 settembre 2013
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CASTELSARDO. Tre aragoste che nuotavano tranquillamente dentro un acquario sono costate molto care a un ristoratore locale dopo i controlli effettuati nei giorni scorsi dalla Guardia Costiera. Gli esemplari risultavano infatti privi di targhetta identificativa come previsto dalle normative sulle specie, e dai controlli svolti dai militari della Capitaneria non è stata riscontrata alcuna denuncia al Servizio pesca regionale.

Il tutto in violazione alla norme di settore emesse dalla Regione a tutela delle aragoste autoctone. Oltre al sequestro degli animali, comunque, per il gestore del ristorante è stata disposta la pesante sanzione amministrativa prevista dalla normativa sulla pesca.

Giovedì pomeriggio, dopo l’acquisizione del nullaosta regionale, gli uomini della Guardia costiera hanno invece ridato la libertà alle aragoste nelle acque di Castelsardo. La liberazione dei prelibati crostacei fa parte dei controlli e delle operazioni di polizia marittima svolti dalla Guardia costiera sul rispetto delle norme in materia di filiera ittica, e continueranno regolarmente a tutela della salute dei consumatori e degli ecosistemi marini in genere.

L’aragosta è molto diffusa nel Mediterraneo, soprattutto nel mare sardo, ed è possibile trovarne due specie molto simili: il Palinurus mauritanicus, la cui colorazione tende più al rosastro e vive in fondali più profondi, e il Palinurus regius, la cui colorazione tende più al verdastro. La pesca delle aragoste avviene tramite reti da posta, tremagli e nasse. L’attività degli operatori è sottoposta a una rigida normativa e di conseguenza anche i ristoratori devono osservare regole precise. Su queste ultime si basano i controlli regolarmente effettuati dalla Guardia Costiera.

Gavino Masia

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