La Nuova Sardegna

Sassari

Operai dell’indotto bloccano i cancelli

di Gavino Masia
Operai dell’indotto bloccano i cancelli

Ieri protesta e assemblea all’ingresso del petrolchimico I sindacati chiedono la stabilizzazione dei lavoratori Icom

02 ottobre 2013
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PORTO TORRES. Gli operai dell’indotto che lavorano sul progetto chimica verde sono rimasti fuori dai cancelli della portineria mare ieri mattina per una manifestazione di protesta organizzata dalla segreteria confederale di Sassari della Federazione sarda metalmeccanici della Cisl. I lavoratori Icom della Cisl hanno picchettato i cancelli sin dalla mezzanotte di domenica, impedendo in maniera educata l’ingresso ai turnisti, e dopo un’assemblea partecipata hanno indicato le priorità della loro azione di lotta. «Noi chiediamo alla Icom la stabilizzazione dei lavoratori _ ha detto la segretaria confederale Emily Uda _, e non i contratti a 3 mesi che tra l’altro si prestano a pressioni sugli stessi lavoratori: in questa situazione per gli operai non ci sono garanzie, ma soprattutto nel momento che stanno per finire le commesse come sindacati abbiamo un ventaglio di proposte inferiori rispetto a quelle che può offrire un contratto a tempo indeterminato». Durante l’assemblea di domenica sera, all’interno dei luoghi di lavoro, la segretaria ha anche potuto constatare che «salute e sicurezza vengono meno»: «Nell’officina non c’è alcuna cassetta di pronto soccorso _ aggiunge Uda _, nessun estintore e gli spogliatoi sono veramente indecenti: nei bagni l’acque è arrivata solo un mese fa, e basta solo immaginare cosa significa lavorare in estate in queste condizioni». Secondo la Cisl ci sono anche problemi di natura contrattuale, con straordinari obbligatori ed eccessivi senza una documento che attesti i riscontri tra le ore lavorate e quelle pagate. Ma la protesta comprende pure la questione dei 5 lavoratori ex Sicmi che sono rimasti fuori dai cicli produttivi: «Al contrario ci sono al lavoro 40 operai che non risiedono in questo territorio _ attacca la sindacalista _, e che non sono specializzati, ed è difficile che in una comunità devastata dalla crisi come Porto Torres si possa tollerare questo modo d’agire da parte dell’azienda, soprattutto dopo la firma dell’addendum che garantiva la continuità delle maestranze locali». A quanto pare ci sono rapporti molto tesi tra responsabili di cantiere e operai, con questi ultimi esasperati da una prospettiva occupazionale che non esiste nel presente e da un domani assolutamente incerto. «Bisogna riportare la vertenza ai tavoli con Matrìca e Versales _ conclude Emily Uda _, per capire come verranno impostate le gare d’appalto di novembre, ed essere tutti uniti nel salvaguardare i posti di lavoro». Qualche settimana fa il sindaco aveva scritto a Eni e alla Regione per attivare subito la procedura di controllo prevista dal protocollo d’intesa sulla chimica verde.

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