La Nuova Sardegna

Sassari

Delitto di Caniga, la perizia incastra la moglie di Mario Loi

di Nadia Cossu
Delitto di Caniga, la perizia incastra la moglie di Mario Loi

Sassari, depositata la consulenza del medico legale: il coltello ha penetrato il torace per 10 centimetri. Secondo l’accusa non si è trattato di un incidente: la donna avrebbe ucciso il marito accecata dalla gelosia. La difesa: sarà battaglia

06 ottobre 2013
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SASSARI. La consulenza tecnica depositata in Procura dal medico legale Francesco Serra lascerebbe spazio a pochi dubbi: il coltello impugnato da Marina Gavina Orrù ha penetrato in profondità il torace di Mario Lai per dieci centimetri provocando «uno choc emorragico acuto». Difficile, in sostanza, attribuire questa ferita a un gesto involontario.

Con questa perizia, che era stata richiesta dal pubblico ministero Carlo Scalas, si rafforza la tesi dell’accusa secondo cui lo scorso 17 luglio, nella casa di via Caniga, la Orrù (49 anni) avrebbe ucciso per gelosia suo marito (di 54, presidente dell’associazione “Soccorso Sant’Anna”). Un omicidio, dunque, e non un incidente come invece la donna – che dal giorno dopo il delitto si trova rinchiusa nel carcere di Bancali – ha sempre sostenuto. La sua posizione ora potrebbe complicarsi anche se i difensori Agostinangelo Marras e Maria Letizia Doppiu Anfossi hanno annunciato battaglia per dimostrare che la donna non aveva alcuna intenzione di ammazzare il marito.

Il delitto. Il racconto di Marina Gavina Orrù, fin dall’inizio, non ha convinto gli inquirenti. La donna aveva raccontato di avere un coltello in mano perché stava andando a prendere l’anguria che era nel frigorifero. E che a un certo punto al marito, rincasato da poco, sarebbe finito il cellulare per terra e lei si sarebbe inchinata per prenderlo. In realtà voleva scoprire chi cercava il suo uomo, mentre lui, al contrario, non aveva alcuna intenzione di farglielo sapere. Attimi concitati in cui la vittima, così come aveva raccontato la moglie, sarebbe prima inciampata e poi caduta sul coltello che lei teneva in mano.

Il quadro familiare. La verità è che Loi non andava più d’accordo con la moglie e pare restasse a casa solo per amore dei figli. L’atmosfera familiare era diventata insopportabile. Lo confidò lui stesso al genero Paolo Azzena una settimana prima di morire. Nell’ordinanza di custodia cautelare in carcere firmata dal gip Maria Teresa Lupinu è scritto a chiare lettere che la quotidianità di Mario Loi e Marina Gavina Orrù era fatta di liti e di scenate sempre più violente. Lui da tempo dormiva sul divano, lei era ossessionata dalla gelosia. Lo ha confermato la stessa figlia descrivendo così il rapporto tra i genitori: «Una situazione non sana».

La difesa della donna. «Quel buco, quel buco maledetto – disse la Orrù a chi le stava vicino, riferendosi a una imperfezione del pavimento – quante volte gli ho detto di ripararlo. Voleva mangiare l’anguria, doveva tagliare l’anguria con quel coltello». Ma gli agenti della sezione Volanti intervenuti nella casa di Caniga, avevano riportato a verbale una frase importante pronunciata da Marina Gavina Orrù quando il marito era a terra agonizzante: «Non l’ho fatto apposta». Ad ascoltarla c’erano il genero e la figlia che, loro malgrado, sono anche i principali testimoni della accusa di omicidio volontario.

Amore e ossessione. La Orrù amava suo marito, la terrorizzava l’idea che potesse tradirla. «Come sta Mario? – diceva quando ancora non sapeva che lui era morto in ospedale – Voglio sapere come sta mio marito, mio marito è una brava persona, un grande lavoratore. Era appena tornato da lavoro, doveva farsi la doccia, se è morto mi uccido, mi ammazzo io». Inequivocabile: gli voleva molto bene. E anche su questo insisteranno i suoi legali: «Si è trattato di una tragica fatalità, non lo avrebbe mai ucciso volontariamente, lo amava troppo».

Intanto, però, lei continua a restare in una cella di Bancali. Ha versato molte lacrime in questi mesi, ma soprattutto ha continuato a ripetere, senza mai stancarsi, di non aver ammazzato l’uomo che era tutta la sua vita.

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