La Nuova Sardegna

Sassari

Nella piana di Su Padru ritornerà il grano

Nella piana di Su Padru ritornerà il grano

Il Comitato per il no al termodinamico sta coltivando un terreno: pronti ad aiutare altri proprietari

06 ottobre 2013
3 MINUTI DI LETTURA





COSSOINE. Tornerà a indorarsi di messi, la piana di Su Padru, dopo alcuni anni in cui la produzione principale è stata quella del foraggio. E’ la risposta che il Comitato per il no al termodinamico, insieme a molti altri proprietari e allevatori della zona, vogliono dare alla Energogreen, la società marchigiana che quella piana vorrebbe sommergere con 160 ettari di specchi e acciaio, per realizzare una centrale termodinamica da 30 Mwe.

Una risposta che, oltre a voler rappresentare il simbolo di un grande rilancio della piana, vuole smentire le falsità sostenuta da quella società, secondo cui, «data la particolare infertilità del suolo… sono almeno 70 anni che sul terreno ove è prevista la costruzione dell’impianto termodinamico di cui trattasi non vengono effettuate coltivazioni (salvo produzione di foraggio su 3 o 4 ettari)».

E così, negli ultimi giorni, la piana di Su Padru è tornata a tingersi di nero e marron, il colore della terra arata dai trattori che preparano i fondi per la semina. E lo stesso Comitato, avvalendosi della guida e delle indicazioni di Cia e della Coldiretti, coltiverà un appezzamento messo a disposizione da uno dei suoi membri. L’aratura del fondo – come può vedere dalla foto - è iniziata nei giorni scorsi, ed entro un mese si procederà alla erpicatura e alla semina.

«Riseminare a grano quel terreno – affermano quelli del Comitato - e vederlo nuovamente produrre pane, avrà un grandissimo valore simbolico, ci farà tornare indietro nel tempo e farà capire a chi non ha vissuto il periodo in cui il grano cresceva in tutta la valle, quali sono ancora oggi le potenzialità della nostra splendida pianura».

Ma i membri del comitato si sono anche messi a disposizione di tutti coloro che hanno dei terreni da coltivare in Su Padru e vogliano seguirne l'esempio. Il Comitato fornirà il proprio aiuto per recintare i campi o sistemare i drenaggi.

«Abbiamo anche - dice Caterina Carboni dello stesso Comitato – la disponibilità di molti pastori e proprietari, che arerebbero gratuitamente con i loro mezzi tutta la valle se fosse necessario, lasciando naturalmente lo spazio fisiologico per il bestiame per poter continuare a pascolare».

«Così, coltivando i campi – aggiungono dal Comitato - diamo una risposta anche a coloro che erano favorevoli alla costruzione della centrale perché "tanto la valle non è sfruttata" (come se il fieno e il pascolo non stiano già ora sostentando le famiglie dei pastori che ci lavorano)».

« Oggi vi vogliamo dimostrare che, nel momento in cui ce n'è bisogno, la valle può sempre riprendere a produrre e a sfamare la gente, mentre dopo la realizzazione dell'impianto questo non sarà più possibile, per sempre!», affermano i promotori dell’iniziativa.

L’articolato programma del Comitato prevede, per il periodo delle messi, una grande raccolta video-fotografica, a futura memoria, della piana coltivata.

Con l'aiuto dei rappresentanti di categoria, di esperti e degli anziani, verranno attivati dei laboratori didattici dove si sperimenteranno sul campo le vecchie tecniche di mietitura del grano, la formazione dei covoni, la battitura (alzola) e la pulitura al vento (bentulare) affiancate dalle più recenti tecniche di raccolta con la mietitrebbia.

Il grano raccolto sarà fornito ai giovani sposi del paese, verrà trasformato in farina e panificato in occasione di eventi pubblici, e in parte potrà anche essere trasformato in pasta e commercializzato presso il vicino molino Brundu.

Insomma, un programma completo di valorizzazione della piana di Su Padru secondo la sua più genuina vocazione.

Mario Bonu

In Primo Piano

VIDEO

Il sindaco di Sassari Nanni Campus: «23 anni fa ho sbagliato clamorosamente. Il 25 aprile è la festa di tutti, della pace e della libertà»

L’intervista

L’antifascismo delle donne, la docente di Storia Valeria Deplano: «In 70mila contro l’oppressione»

di Massimo Sechi
Le nostre iniziative