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Sassari

Il Tar boccia i criteri Asl per assumere i dirigenti

di Daniela Scano
Il Tar boccia i criteri Asl per assumere i dirigenti

Venti punti ai titoli, i restanti 80 al giudizio insindacabile di una commissione I giudici amministrativi: «Eccesso di potere». Accolto ricorso di una psicologa

14 ottobre 2013
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SASSARI. Eccesso di potere, illogicità e irragionevolezza. Sono i termini con i quali i giudici del Tribunale amministrativo hanno cassato il regolamento adottato dall’Asl per attribuire i punteggi al personale che aspirano a ottenere un incarico dirigenziale a tempo determinato oppure una supplenza.

Quell’elenco di regole – decise in pieno agosto nel 2010 – attribuisce un potere quasi assoluto alla commissione giudicatrice che, dopo un colloquio limitato a una sola domanda al candidato di turno, dà un giudizio che può pesare fino a 80 punti dei cento disponibili. Ai titoli (carriera, titoli accademici, pubblicazioni e titoli scientifici, curriculum formativo e professionale) restano solo 20 punti. Ed è la commissione che, a suo insindacabile giudizio, può decidere se far sostenere l colloquio ai candidati o fernarsi ai titoli. Nel primo caso: alla Asl di Sassari, un premio Nobel potrebbe essere scavalcato in graduatoria da un neo laureato se la risposta di quest’ultimo alla “domanda delle cento pistole” piace di più ai commissari.

«Un vizio flagrante» tagliano corto i giudici del Tar nella sentenza 120/2013, che è stata depositata venerdì in cancelleria. Un verdetto che provocherà un terremoto nel palazzo rosa di via Monte Grappa, perché travolge un sistema di selezione del personale. La semplificazione delle procedure, scelta dall’Azienda sanitaria e considerata legittima dai giudici del Tribunale amministrativo regionale, «non può – scrivono i magistrati – giustificare l’attribuzione di punteggi svincolata da qualsiasi parametro che consenta il controllo dell’amministrazione».

I giudici della prima sezione del Tar (presidente Monticelli, consigliere Manca, estensore Rovelli) hanno accolto il ricorso della psicologa Marina Grazia Scarcella. Assistita dall’avvocato Francesco Demartis, la dottoressa ha contestato il sistema con cui l’Asl ha predisposto la graduatoria finalizzata all’assunzione da tempo determinato di dirigenti psicologi. In quell’elenco la psicologa, che era ai primi posti della graduatoria per tutolo, è precipitata al 29 posto dopo l’attribuzione dei punteggi da parte della commissione. «Il colloquio – ricordano i giudici – consisteva nella risposta a una domanda. Le censure di illogicità e irragionevolezza colgono nel segno e determinano l’accoglimento del ricorso e il conseguente travolgimento di tutta la procedura».

«È pacifico – scrivono ancora i giudici –che così operando l’amministrazione abbia del tutto irragionevolmente stabilito criteri (per l’attribuzione del punteggio ai titoli) senza stabilire alcunché per l’attribuzione dei restanti ottanta punti che hanno con tutta evidenza determinato il risultato finale e le relative posizioni nella graduatoria». La sentenza 120/2013 ha l’effetto immediato di annullare la procedura per l’assunzione dei dirigenti psicologi e l’altro, collaterale, di costringere l’Asl a rivedere le regole per la predisposizione dei punteggi nelle selezioni “per titoli ed esami”. L’Asl di Sassari, che era difesa dagli avvocati Stefano Porcu e Mauro Barberio, è stata anche condannata a pagare le spese del giudizio: quattromila euro.

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