La Nuova Sardegna

Sassari

Rassu: «Sul Puc il Comune perde tempo»

di Luigi Soriga

Mentre l’assessore all’Urbanistica accusa Palazzo Ducale, la Consulta delle Costruzioni parla di 821 imprese edili chiuse

26 ottobre 2013
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SASSARI. Se l’assessore all’Urbanistica Zirattu e il sindaco Ganau da mesi tengono un profilo basso che rasenta l’“omertà”, al contrario l’assessore regionale Rassu sul Puc di Sassari non ha peli sulla lingua. Nessun problema, a margine della conferenza stampa sul nuovo Piano Paesaggistico dei Sardi, a sparare a zero su Palazzo Ducale: «Se il Piano Urbanistico di Sassari è fermo da più di un anno nei nostri uffici, la responsabilità è imputabile al Comune di Sassari». E ancora: «Noi il nostro lavoro l’abbiamo chiuso, ma la stessa cosa non si può dire per l’amministrazione sassarese. L’ultimo incontro a Cagliari con i tecnici del Comune risale al 17 ottobre, e la situazione non si è smossa di un millimetro. Sono pronto a tirare fuori tutte le carte e i documenti che dimostrano che la responsabilità dei ritardi nell’iter di approvazione è solo del Comune di Sassari».

La versione dell’assessore Zirattu invece era diversa e molto più rassicurante: «Confidiamo di chiudere velocemente la copianificazione con l’approvazione delle schede di tutti i beni identitari. L’intoppo questa volta riguarda il Ministero, perché il Soprintendente che dovrebbe apporre la firma non c’è più e ancora non è stato nominato il suo sostituto». Invece dalle parole dell’assessore Rassu il contrasto sembra molto più duro e le posizioni distanti. Per la Regione la copianificazione così com’è fatta non va bene, e se Palazzo Ducale si ostina a non modificarla il Piano sarà destinato ad approdare al Comitato tecnico regionale con un pessimo biglietto da visita sottoscritto dagli uffici della Regione. Un peccato originale che non aiuterà di certo il Puc a passare liscio il secondo esame, ovvero il parere di coerenza rispetto ai dettami del Piano paesaggistico.

Mentre l’assessore all’Urbanistica Rassu nella sede di via Roma accusa di inefficienza l’amministrazione sassarese, 500 metri più in su, nei locali della Camera di Commercio, gli esponenti della Consulta delle Costruzioni di Sassari snocciolano i numeri devastanti che fotografano la crisi dell’edilizia. E naturalmente puntano il dito anche sulla mancata approvazione del Puc, perché anche la carenza di regole urbanistiche certe va ad incidere sulla mancata apertura di nuovi cantieri. Il Puc non è Architetti, ingegneri, geometri, impresari e tutte quelle decine di categorie professionali che ruotano intorno all’indotto del cemento, sono molto tesi per il clima di incertezza che si è creato intorno alla situazione di stallo del Puc, con il rimpallo di responsabilità tra comune e Regione. E se avessero sentito le dichiarazioni che Rassu rilasciava in contemporanea, la loro preoccupazione sarebbe aumentata: «Abbiamo provato a più riprese a fare da filtro tra Comune e Regione, promuovendo incontri e favorendo il dialogo. Ma non è servito a niente. Si è perso oltre un anno, e ogni giorno che passa è un’impresa che rischia la chiusura. Abbiamo oltrepassato il confine della sopportazione e a breve ci mobiliteremo con delle iniziative clamorose, al limite dell’ordine pubblico». I dati della Consulta parlano chiaro: nel giro di quattro anni, dal 2009 al 2012, hanno abbassato le saracinesche 821 imprese edili: erano 2mila 344 alla fine del 2008, e ora sono 1523. E gli iscritti alle case edili nello stesso periodo si sono dimezzati. Dagli oltre 13 mila del 2008 si è passati ai 6mila 889 attuali. Questo significa che 6384 posti di lavoro sono scomparsi.

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