La Nuova Sardegna

Sassari

Estorceva denaro a minorenni: condannata coppia di Ossi

di Luca Fiori
Estorceva denaro a minorenni: condannata coppia di Ossi

I due avvicinavano i ragazzini alla fine delle lezioni e li costringevano a rubare oro e gioielli nelle case dei genitori, per poi rivendere il “bottino” nei compro oro

07 novembre 2013
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SASSARI. Costringevano i ragazzini delle scuole medie di Ossi a rubare gioielli dalla casa dei genitori e poi lo rivendevano nei «compro oro» della città. Ieri mattina, a due anni esatti dall’arresto, Gabriele Cadeddu, sassarese di 23 anni, e l’ex compagna Samantha Sedda, di 21 anni, originaria di Cargeghe, sono stati condannati dal giudice delle udienze preliminari Antonello Spanu.

Cadeddu dovrà scontare quattro anni di reclusione e pagare una multa di 1200 euro, mentre a Samantha Sedda sono stati inflitti due anni e otto mesi di carcere e 800 euro di multa. I due, difesi dagli avvocati Annalaura Vargiu e Vittorio Campus, sono stati condannati inoltre a versare in totale 19mila euro di provvisionale a tre e dei giovanissimi a cui avevano estorto i gioielli dei genitori.

Contro di loro si erano costituiti parte civile i familiari dei tre minori, (all’epoca dei fatti, di 13, 15 e 16 anni) con i legali Paola Milia, Gabriella Olia e Maria Grazia Sanna. Ai tre giovanissimi - secondo le accuse della Porcura - gli imputati avrebbero imposto di ripulire i portagioielli di famiglia e di consegnare loro la refurtiva, dietro avvertimenti pesanti e minacce di morte. Una delle giovani vittime avrebbe consegnato loro collanine, anelli e bracciali per quatttromila euro, un altro per circa tremila, poi consegnati in un negozio di rivendita oro di proprietà di un amico della coppia, fino al 18 ottobre 2011, pochi giorni prima dell’arresto da parte dei carabinieri . Le manette erano scattae il 5 novrembe di due anni fa.

I militari della compagnia di Sassari avevano accertato che Gabriele Cadeddu aspettava i ragazzini all'uscita di scuola e li minacciava: «Dovete rubare i gioielli e i soldi dalla cassaforte di casa e portarmeli». A volte il giovane li andava a cercare in giro per il paese e quando li trovava, spesso terrorizzati, li picchiava se non avevano ancora obbedito al suo ordine di ruabre dentro casa. Lei, invece, partecipava al ritiro dei gioielli. L'incubo, per i ragazzini era finito grazie all'intervento dei carabinieri. Per entrambi l’accusa era di estorsione. La giovane coppia - avevano appurato gli investigatori - col passare del tempo aveva perfezionato la tecnica tanto da dare precise raccomandazioni agli adolescenti impauriti: dovevano rubare i gioielli conservati nella cassaforte e non quelli indossati abitualmente dalle mamme: in questo modo i genitori non si sarebbero accorti dell'ammanco.

I monili finivano poi nei vari "compro oro" cittadini dove avveniva il cambio. Ma evidentemente qualcosa nel giochino messo su dalla coppia era andato storto ed era partita l'indagine coordinata dalla Procura di Sassari.

I poveri studenti vivevano giorni di paura, col terrore di incontrare Cadeddu per strada o all'uscita di scuola, con l'incubo di essere minacciati e picchiati. Dovevano per forza trovare il coraggio di rubare i gioielli dentro casa perché quel ragazzone aspettava impaziente.

Samantha Sedda invece, aveva un altro compito: forniva informazioni preziose sull’oro posseduto dalle varie famiglie e in un secondo momento partecipava al ritiro della refurtiva. Alle vittime veniva dato appuntamento in un punto preciso e lì dovevano presentarsi con la merce, altrimenti erano guai.

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