La Nuova Sardegna

Sassari

Proiettile in una busta per Acaccia

di Gavino Masia
Proiettile in una busta per Acaccia

Insieme alla pallottola una lettera che conteneva minacce di morte contro l’assessore comunale ai Lavori pubblici

13 novembre 2013
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PORTO TORRES. Una busta con dentro un proiettile è stata recapitata lunedì nella cassetta della posta della sorella dell’assessore ai Lavori pubblici Angelo Acaccia. La donna, che non si era accorta di niente, ha avvertito il congiunto che c’era una lettera per lui. Ma quando Angelo Acaccia ha toccato la busta, ha subito capito che c’era qualcosa di “strano” al suo interno e ha consegnato la lettera (ancora chiusa) ai carabinieri. Una missiva indirizzata all’amministratore comunale, vero e proprio atto intimidatorio, che già nei mesi scorsi era stato svegliato alle prime ore del mattino per l’attentato incendiario che aveva distrutto macchina e moto di sua proprietà. E messo in serio pericolo l’intero condominio, salvato dal tempestivo intervento dei vigili del fuoco del distaccamento di Porto Torres.

Una situazione che ha allarmato non poco la città, sinora estranea a questo tipo di episodi, e creato un cordone di solidarietà da parte di partiti politici e istituzioni che hanno condannato a più riprese questi fatti. Evidentemente ciò non è bastato per far desistere gli incendiari, che ora provano con i proiettili dentro una busta per mandare segnali di tipo criminale. L’assessore Angelo Acaccia è molto preoccupato per l’ennesima minaccia, e non riesce a pronunciare alcuna parola in merito perché ritiene di aver fatto sempre il suo dovere sia come amministratore sia come cittadino.

Gli inquirenti stanno indagando a trecentosessanta gradi su questa vicenda che coinvolge gli amministratori, e anche il sindaco Beniamino Scarpa aveva portato la questione attentati all’interno del Comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza convocato dalla prefettura. La città sta vivendo una crisi economica senza precedenti dopo la caduta dell’ex petrolchimico, ma la gente cerca di lottare nei modi leciti per provare a guadagnare quanto basta per cercare di fare sopravvivere le famiglie. In assenza di inneschi, diavolina o altri mezzi usuali ai piromani, era diventato difficile stabilire l’esatta dinamica dell’incendio ai due mezzi. Così per il proiettile dentro la busta, che rappresenta una cosa nuova per la città.

Se qualcosa sta cambiando potrebbe essere pericoloso e destabilizzante per una comunità che ha sempre vissuto in maniera tutto sommato tranquilla le criticità occupazionali e non solo. Nella manifestazione organizzata qualche settimana fa dai presidi di Libera Sardegna, nel piazzale antistante la torre Aragonese, i volontari hanno gridato ad alta voce che l’illegalità non deve passare in questo territorio: un “no” alla violenza, alle intimidazioni e agli atti vandalici e criminali.

Un ragionamento per sottolineare che la maggior parte dei cittadini lavorano per il bene comune e la legalità, e che gli attentati e le intimidazioni sono sempre stati estranei alla città. Un coro a più voci che sicuramente non tutti hanno ascoltato attentamente, visto quello che è accaduto l’altro ieri, e che apre un capitolo nuovo sul fronte delle intimidazioni agli amministratori locali.

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