La Nuova Sardegna

Sassari

Reagisce alle prese in giro e viene picchiato a sangue

di Gianni Bazzoni
Reagisce alle prese in giro e viene picchiato a sangue

L’uomo, 33 anni, non era nella condizione di potersi difendere adeguatamente L’aggressione ad agosto, i carabinieri hanno individuato i due giovani aguzzini

13 novembre 2013
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SASSARI. Non era un incontro alla pari, non solo perchè gli aggressori erano due ma perchè lui non sarebbe capace di fare del male a nessuno. Qualche difficoltà che lo rende ancora più debole, ma un coraggio e una dignità che non gli hanno impedito di rispondere alle prese in giro di quei giovani che sostavano davanti al bar, a Sorso. Per tutta risposta, un uomo di 33 anni era stato seguito e punito con una aggressione selvaggia dentro un distributore self-service h24. Pugni e calci, anche quando era già a terra: uno faceva il palo e l’altro picchiava come una ferocia inaudita, fino a quando la vittima non ha smesso anche di muoversi e ha perso i sensi. E’ successo il 25 agosto alle 21, in piazza Bonfigli. I carabinieri della compagnia di Porto Torres e della stazione di Sorso hanno chiuso il cerchio attorno ai responsabili. Ieri mattina è stato arrestato Angelo Cattari, 23 anni, disoccupato, con precedenti per lesioni personali, mentre il complice Antonio Marzeddu, di 22, anche lui senza lavoro, è stato denunciato in stato di libertà. Il giudice delle indagini preliminari Maria Teresa Lupinu, su richiesta del sostituto procuratore Elena Loris, in attesa del processo, ha disposto la detenzione domiciliare per Cattari e l’obbligo di firma (due giorni la settimana, in caserma) per Marzeddu. Entrambi sono accusati di lesioni in concorso, aggravate dall’avere agito con crudeltà e per futili motivi ai danni di una persona non in grado di difendersi adeguatamente.

Dopo la brutale aggressione, ripresa dalle telecamere del self-service, il ferito era riuscito a rialzarsi, aveva raggiunto la fermata dell’autobus e si era diretto a Sassari. Poi da via Padre Zirano si era recato a piedi al pronto soccorso dove aveva ricevuto le prime cure. Gravi le lesioni riportate: fratture alle costole, traumi alla faccia e in diverse parti del corpo, per una prognosi di 50 giorni di cure. Al ritorno a casa, il 33enne non era riuscito a nascondere l’accaduto alla madre che, poco dopo, aveva presentato la denuncia ai carabinieri di Sorso. Da quel momento – come ha spiegato il tenente Romolo Mastrolia, affiancato dal maresciallo Alessandro Masala, comandante della stazione di Sorso – gli investigatori hanno cominciato le indagini. Poche le indicazioni date dalla vittima, se non che quei due l’avevano deriso mentre passava davanti al bar. Poi l’avevano seguito e aggredito mentre era intento a prendere una bibita al distributore automatico. Non ricordava più niente, se non la violenza, la paura che ha avuto di poter essere ucciso a calci e pugni. La conoscenza del territorio da parte dei militari della stazione ha consentito di imboccare subito una pista interessante e, dopo qualche settimana, i carabinieri hanno messo insieme alcune prove determinanti. Intanto è stato stabilito con certezza che l’uomo era stato aggredito a Sorso (cosa fino a quel momento non proprio chiara) e nel distributore self-service di piazza Bonfigli. Acquisite le immagini delle telecamere, gli investigatori si sono trovati davanti a una spedizione punitiva di una violenza inaudita. E’ stato definito il rapporto depositato in Procura e il pubblico ministero Elisa Loris, che segue l’inchiesta ha chiesto e ottenuto le misure cautelari per i due giovani di Sorso. Per Angelo Cattari è stata disposta la detenzione domiciliare, mentre per Antonio Marzeddu, che è incensurato, il gip Maria Teresa Lupinu ha ordinato l’obbligo di firma nella caserma dei carabinieri.

Ieri mattina, nel corso della conferenza stampa tenuta nella sede del comando provinciale dei carabinieri, il tenente Romolo Mastrolia ha sottolineato che l’episodio non aveva avuto molto clamore all’inizio «e questo ci ha consentito di procedere speditamente con l’attività investigativa, fino al risultato finale con l’individuazione dei due aggressori».

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