La Nuova Sardegna

Sassari

il movimento di michela murgia

Sardegna possibile sbarca in città guidata da Rita Marras

SASSARI. Arriva in città il Comitato di Sardegna Possibile, il movimento costruitosi intorno alla candidatura della scrittrice Michela Murgia a presidente della Regione. La coordinatrice provinciale...

20 novembre 2013
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SASSARI. Arriva in città il Comitato di Sardegna Possibile, il movimento costruitosi intorno alla candidatura della scrittrice Michela Murgia a presidente della Regione. La coordinatrice provinciale del comitato sarà Rita Marras, proprietaria della libreria-caffè letterario Odradek in via Torre Tonda.

«In Sardegna la campagna elettorale è cominciata da tempo – dice Marras spiegando i motivi del suo impegno – i poli tradizionali di centrodestra e centrosinistra lavorano per il mantenimento dello status quo stando attenti a non destabilizzare equilibri sperimentati da tempo. Fuori da questi poli c’è la maggioranza dei sardi i cui interessi non sono nell’agenda politica di nessuno». «Le forze politiche – continua Rita Marras – tutte si rivolgono genericamente al popolo sardo dimenticando che anche in Sardegna come in qualsiasi altra nazione del mondo il popolo è un’entità composita in classi. Chiamano delusi o astensionisti quanti in questi anni hanno deciso di smettere di delegare partiti portatori di interessi trasversali, dimenticando che invece quei cittadini sono gli esclusi: dal lavoro, dai diritti, dall’istruzione».

«Michela Murgia – chiude Marras – donna sensibile e di bella intelligenza è al centro della costruzione di una coalizione dove trovano casa le istanze di chi in questa terra ha lottato perché ha visto defraudare il territorio, ha lottato per il lavoro, per il diritto alle pari opportunità e alla salute. Solo il dialogo tra le diverse soggettività che animano i territori, tra le forze indipendentiste e parti della sinistra anticapitalista ed ecologista – da troppo tempo marginale nell’ azione politica sarda – sarà promotore di quell’azione politica che porterà inesorabilmente all’autodeterminazione della Sardegna e a maggiore giustizia sociale». (g.bua)

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