La Nuova Sardegna

Sassari

I sardi su internet: è il nostro 11 settembre

I sardi su internet: è il nostro 11 settembre

La tragedia di lunedì sui siti degli organi di informazione e i social network

21 novembre 2013
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SASSARI. «È il nostro 11/9», il nostro undici settembre. La tragedia della Sardegna come il crollo delle torri gemelle di New York. Lo scrive Antonio, in un commento a una delle tante notizie pubblicate dalla “Nuova” sul suo sito internet e sulla sua pagina Facebook. Antonio è una delle migliaia di persone che da lunedì sera, quando si è cominciato a capire la reale portata di ciò che stava accadendo, hanno vissuto minuto per minuto la tragedia sulla rete. Informazioni in tempo reale, racconti dei fatti e dei rischi vissuti in prima persona, foto, video, richieste e offerte di aiuto, dolore, commozione, orrore, rabbia, messaggi di incoraggiamento: i siti internet e i social network si sono dimostrati per l’ennesima volta la vera “piazza” dei tempi moderni, dove i sardi e non solo si sono ritrovati dai quattro angoli del mondo per vivere insieme l’incredibile tragedia. Lo si è visto lunedì sera e soprattutto martedì navigando nei siti internet dell’isola. E lo confermato i numeri. Quelli della “Nuova” ne sono un esempio: quasi 300mila utenti unici, oltre un milione e seicentomila pagine visitate sul suo sito web.

Tragedia planetaria. «Posso solo sentire dispiacere per la sfortuna che ha colpito in questi giorni una terra così bella e con queste persone buone come la Sardegna e questo settembre ho avuto la fortuna di conoscere e godere. Molto incoraggiamento e le mie condoglianze alle famiglie dei defunti». Lo scrive Maria Jose Villarmea Barreira (Spagna) sulla pagina facebook della “Nuova”. È uno dei messaggi arrivati a centinaia dall’Italia e dall’estero. Internet, in tempo reale, assai più della tivù ha reso la devastazione provocata da Cleopatra una tragedia di tutti. Le foto delle case sommerse di Olbia, dei ponti sventrati, della diga di Macheronis che vomita acqua e fango, delle auto che galleggiano, delle barche che soccorrono gli alluvionati all’altezza del primo piano delle abitazioni sono finite sulle home page dei siti di tutto il mondo. Dal New York Times al Washington Post, dal Guardian a El Pais, Le Monde, Der Spiegel, da Al Jazeera a Voice of Russia, a Cnn.com, dal Finacial Time al Wall Street Journal a centinaia di altri siti: tutti hanno dato spazio alla Sardegna ferita.

Pronti a dare una mano. «Siamo ragazzi di Brescia nativi di Sardegna!!! se voi sapete dove indirizzarci x volontariato alla nostra terra, vi preghiamo di darci informazioni !!!!!!!!» scrive Sabrina. Giusy Conte, invece, scrive da Olbia elencando nomi e numeri di telefono di coloro che mettono a disposizione stanze e alloggi per chi ha dovuto abbandonare la propria abitazione. Come Sabrina e Giusy sono centinaia le persone che, attraverso la rete, si dicono pronte a dare una mano, che organizzano aiuti e indicano punti di raccolta.

La prima pagina. Internet è anche il mezzo per esprimere il giudizio sul lavoro del giornale. Anche sulle scelte fatte, come quella della prima pagina di ieri con le foto di chi ha perso la vita: non una semplice contabilità della morte ma persone, amici, gente come noi che non c’è più. «Non è la pioggia, né il fiume in piena: ciò che più importa sottolineare è che più di 15 persone hanno perso la vita, con bambini tra questi, angeli andati in cielo senza aver mai fatto niente di niente per poter avere tale reazione da parte della natura», scrive Angelo Nieddu. «Questa prima pagina ti riempie il cuore di tanta tristezza...RIP e coraggio per chi ha perso tutto» aggiunge Maria Antonietta Brau. Dalla rete emerge il dolore collettivo. Un esempio sono i tanti che hanno cambiato la loro immagine sul profilo su Fb con il nastro di lutto sulla bandiera dei quattro mori che “La Nuova” ha messo nella sua testata. (a.se.)

 

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