La Nuova Sardegna

Sassari

Sassari, rischio esondazione nel Fosso della Noce

di Luigi Soriga
Sassari, rischio esondazione nel Fosso della Noce

Il Pai individua pericolo alluvione soprattutto a Bancali, Ottava e Argentiera. Criticità anche in via Sorso, viale Sicilia, Sant’Orsola e Predda Niedda

23 novembre 2013
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SASSARI. Anche Sassari, come ogni città che si rispetti, vanta la sua collezione di scelte urbanistiche scellerate. La cartografia del Pai (Piano di Assetto Idrogeologico) mettono a nudo la totale superficialità con la quale i pianificatori hanno deciso in mezzo secolo di spalmare in cemento in città.

Il danno ormai è fatto, nel senso che non si possono demolire edifici e quartieri germogliati ai margini dei corsi d’acqua. Però si potrebbe fare in modo che lo scotto da pagare per tanta incoscienza sia il più lieve possibile. E questo è possibile solo grazie alla prevenzione: «Mi chiedo: le persone che abitano nelle zone a rischio di Sassari, sono realmente consapevoli di vivere in un’area soggetta ad eventuali inondazioni? Sanno che in caso di pioggia eccezionale, che supera i 200 millimetri, la loro casa potrebbe essere investita da una bomba d’acqua?».

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Il geologo Alessandro Muscas, che ha lavorato alla stesura del Pai, vede le cose con un occhio diverso: «Un conto è il rischio frana: è più istintivo percepirlo, c’è una parete ripida, i massi che sembrano in bilico. Ma le inondazioni rispondono a una legge matematica e i corsi d’acqua spesso corrono invisibili, nascosti sotto la pelle della città. Bisogna essere pronti ad affrontare certi eventi».

Esempio: chi risiede nella zona del Fosso della Noce, a cavallo tra via Principessa Jolanda, viale Trieste e viale Umberto, ha una vaga idea che il Pai ha colorato di blu quella porzione di città, definendola come zona soggetta a potenziali allagamenti? E gli abitanti delle aree di Bancali adiacenti ai corsi d’acqua, così come Ottava e l’Argentiera, sono coscienti di dormire in un posto classificato ad alto pericolo idrogeologico?

Senza fare inutile allarmismo, stiamo parlando da un punto di vista statistico di probabilità minime di esondazioni importanti. I modelli previsionali considerano l’eventualità di un caso ogni 50 anni. Ma questo non giustifica un approccio superficiale alle emergenze: «Bisogna sapere cosa fare – prosegue Muscas – bastano pochi accorgimenti per non trovarsi in situazioni critiche. Purtroppo nella maggior parte dei casi si muore non per l’alluvione in sè, ma per comportamenti scorretti. Non bisogna utilizzare l’auto, non bisogna percorrere determinate strade, non si esce di casa, si sta ai piani alti. Ma questi non sono accorgimenti scontati, vanno insegnati e metabolizzati: così come per le esercitazioni per i terremoti, occorre prepararsi alle allerte meteo».

Chi vive una città dovrebbe conoscerne i suoi punti deboli. Il Comune da un anno e mezzo ha approvato il Piano di Protezione civile: contiene una sorta di istruzioni d’uso in caso di eventi eccezionali, comprese le alluvioni. C’è scritto dove andare e non andare, c’è una scala operativa di azioni previste per le forze dell’ordine e i soccorritori, i punti di raccolta e via dicendo. Il problema è che una bomba d’acqua ha un timer che si innesca in 30 minuti. E’ importante che le istituzioni sappiano già come muoversi, ma è fondamentale altrettanto che i cittadini non siano del tutto impreparati.

Se Sassari negli ultimi quarant'anni non ha subito grossi danni, molto lo deve al suo basamento calcareo che ha funzionato da spugna e ha assorbito le alluvioni. Ma le criticità esistono. Tipo: il ponticello di via Sorso, in caso di piogge eccezionali potrebbe essere sommerso. Anche la zona a valle di viale Sicilia ha ponticelli troppo bassi e troppo piccoli rispetto ai corsi d'acqua che la attraversano. Il ponticello di Tana di Lu Mazzoni finirebbe a mollo, e più avanti su viale Porto Torres verrebbero allagati la concessionaria Ford e Cugusi. In caso di nubifragi avrebbero problemi anche via De Martini e la frazione di San Giorgio vicino ai campi dei Salesiani. E poi alcune case a Caniga e lo stesso depuratore. Per non parlare del Rio Calamasciu, l’insidioso fiumiciattolo che puntualmente sommerge a Predda Niedda il piazzale di Eurospin, Maurys e i cappannoni vicini edificati in una sorta di conca.

Clicca qui per vedere la cartografia del Pai

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