La Nuova Sardegna

Sassari

«Appalti, il sistema dei ribassi è micidiale»

di Chiaramaria Pinna
«Appalti, il sistema dei ribassi è micidiale»

Uccio Magliona mette sotto accusa le modalità di affidamento dei lavori e le realizzazioni

25 novembre 2013
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SASSARI. «Chi ha progettato il ponte che è crollato piegandosi come fosse burro ha visto la foto dei funerali di Luca Tanzi? Ha trovato il coraggio di guardare i figli del poliziotto morto che abbracciavano la mamma cercando di confortarla? Spero di sì, e vorrei vederli in faccia questi signori, il progettista, l’impresario, il direttore dei lavori e chi ha approvato il progetto. Dove sono? Sono disposto a un confronto con loro, come tecnico e sia chiaro: non temo nessuna ripercussione».

A parlare è un imprenditore edile, Uccio Magliona, 55 anni di lavoro sulle spalle e oggi una rabbia infinita perchè a suo avviso la tragedia sulla Oliena-Dorgali è una di quelle che potevano essere evitate. Così con l’immediatezza e la sincerità che sono la cifra del suo carattere, ha deciso di essere lui a denunciare «come cittadino», quella che definisce «la vergogna degli appalti, a partire dal bando fino all’esecuzione dei lavori». E premette di non aver mai partecipato a una gara pubblica «per l’esattezza, le ho sempre evitate».

«Ma sono andato a vedere quella strada sul fiume Cedrino che arriva dal monte Fumai a Orgosolo, scende verso Oliena e si butta nell’invaso della diga di Preda Othoni dopo che in tv e sui giornali passavano e ripassavano quelle immagini che erano ogni volta un colpo allo stomaco e non volevo credere ai miei occhi: sembrava che il ponte poggiasse sul nulla, che fosse sospeso nel vuoto. Quei fotogrammi sono chiarissimi, terribilmente chiari». E il sopralluogo, dice Magliona, ha confermato i sospetti: «Non occorre una laurea in ingegneria strutturista per capire che il ponte insiste su un terreno destinato ad allagarsi e doveva essere costruito in un altro modo».

«Se due pareti in cemento armato avessero retto la strada sospesa – spiega – l’acqua sarebbe passata intorno. Invece hanno eretto due pilastri a forcella e riempito con terra di riporto, quella che la forza del fiume straripando ha portato via lasciando sospesa nel vuoto la striscia d’asfalto che si è piegata come una crosta di zucchero bruciato facendo precipitare l’auto della polizia». «La magistratura ora indaga, ma i controlli sui lavori in tutti i cantieri vanno fatti prima, perchè non è ammissibile che per un’opera pubblica si risparmi sul cemento o sui chiodi. Fare economia sul materiale può avere costi terribili – dice – è chiaro che la terra costa meno del ferro e del calcestruzzo. Ho misurato quel ponte, brevissimo e basso e fatto un calcolo: sarebbe stato sufficiente impiegare calcestruzzo e ferro e quella struttura avrebbe retto. Si può quantificare il costo di un ponte, di una strada, ma il valore della vita di un uomo chi lo quantifica?».

«Dico cose che tutti sanno ma che devono essere dette e spiegate. Tutti dobbiamo denunciare. Il grande errore dei lavori pubblici sta già nelle gare d’appalto per le progettazioni: il decreto Bersani stabilì anche per questa fase la gara al ribasso, e in alcuni casi si arriva all’83% in meno perchè le tariffe che erano state stabilite dall’ordine degli ingegneri non esistono più. È evidente che il progettista, per restare in gara, è costretto a rinunciare a tutta una serie di studi e di indagini, come quelle geotecniche e idrogeologiche. Di conseguenza anche la fase progettuale rischia di essere scadente. Non basta: per partecipare alla gara spesso i tempi sono strettissimi, per cui solo i fortunati riescono ad avere tutte le carte pronte per concorrere. La stessa formula si ripete nell’appalto dei lavori che vanno al ribasso anche del 50, 70% e oltre. Il risultato è sotto gli occhi di tutti. E volendo potremmo anche parlare delle amministrazioni comunali, spesso cieche e sorde, che continuano a prevedere lo sviluppo edilizio in aree che dovrebbero essere tutelate e curate come gli argini dei fiumi o gli stagni, sempre pronti a riprendersi i loro spazi quando vengono violati».

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