La Nuova Sardegna

Sassari

Intervento alla retina su un neonato prematuro

di Vannalisa Manca

Per la prima volta nella clinica Oculistica la delicata operazione col laser In sala l’équipe guidata dal nuovo responsabile del reparto Francesco Boscia

04 dicembre 2013
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SASSARI. Dare colore al buio, vita e luce a uno sguardo che rischia di rimanere vuoto e inespressivo. È il sogno di quanti hanno gravi difetti visivi, ma è la speranza che il chirurgo oculista offre grazie a interventi raffinati agli occhi. Un risultato al quale concorrono alcuni fattori: la manualità del medico, le tecnologie sempre più sofisticate, i farmaci oggi più efficaci.

«L’obiettivo è migliorare la qualità della vita, con la qualità della vista», dice il professor Francesco Boscia, nuovo responsabile dell’Unità operativa di Oculistica che, arrivato nelle cliniche di Sassari ad agosto, lo scorso novembre si è subito confrontato con un caso che l’Azienda ospedaliero universitaria non aveva mai trattato: un bambino, nato dopo sole 23 settimane di gestazione, affetto da Rop, retinopatia del prematuro. Una malattia vascolare della retina che si manifesta in neonati pretermine e che, nei casi più gravi, può portare alla cecità. A due mesi dalla nascita il piccolo aveva sviluppato una forma molto aggressiva di Rop e si era reso necessario un intervento urgente. Il bambino è stato operato il mese scorso e ieri si è avuta certezza che l’operazione è perfettamente riuscita e la vista del neonato è stata salvata. Nessun viaggio della speranza, nessun disagio per il neonato né per i suoi genitori.

Il professor Boscia (un chirurgo vitreo retinico), coadiuvato dai colleghi Adolfo Carta e Marco Salvo e dagli specializzandi Eleonora Nuvoli, Francesco Zaccheddu, Giulio Garruto e Ermete Giancipoli, ha sottoposto il bambino al trattamento foto coagulativo con laser della retinopatia, un intervento di appena venti minuti, ma non per questo semplice. Si è utilizzato un laser appena acquistato dall’Aou (una tecnologia dal costo limitato, 7.500 euro, ma dagli effetti molto importanti in chirurgia).

L’intervento sul neonato rientra in un più ampio progetto di rifondazione delle attività dell’Unità operativa di Oculistica. Una clinica che in questi tre anni, dopo l’andata in pensione del professor Francesco Carta è stata guidata dai medici dello stesso reparto, in attesa di un direttore. In piena estate è arrivato Francesco Boscia, pugliese di 52 anni, proveniente dall’Oculistica di Bari, circondato da fama nazionale. Ottima l’equipe dei suoi collaboratori di Sassari, ma anche lui ha constatato che le risorse necessarie per fare ricerca, didattica e assistenza - i tre elementi che distinguono le strutture medico universitarie - non sono mai sufficienti. Una criticità che altri reparti chirurgici hanno spesso manifestato rispetto alle sale operatorie dove il fattore limitante è la mancanza di personale. Una situazione che, ad esempio, porta a un allungamento delle liste d’attesa, se si pensa che mille pazienti con problemi di cataratta (l’intervento più frequente al mondo) sono tra quelli che saranno operati entro giugno, ma altri 700 restano ancora fuori lista.

Il direttore Boscia, comunque, si mostra entusiasta dell’incarico: sa di dover combattere qualche battaglia per ottenere - tra l’altro - che per le terapie con iniezioni non sia più necessario il ricovero (come invece prevede il piano sanitario) e che questi sono costi che possono essere tagliati. Meglio utilizzare le risorse per tecnologie che consentono una chirurgia senza sutura, o per i farmaci che seppure sembra rappresentino una spesa sanitaria troppo alta, diventano una salvezza per il paziente garantendogli una migliore qualità della vita. Perchè si tratta di costi diretti che però aiutano ad assottigliare i costi sociali che una malattia può provocare. E basta un apparecchio in più tra le mani del chirurgo per evitare decine di viaggi di chi cerca soltanto un po’ di salute e una sanità più vicina.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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