La Nuova Sardegna

Sassari

«Slot Mob», parte anche da Sassari la rivolta contro le slot machine

«Slot Mob», parte anche da Sassari la rivolta contro le slot machine

Eventi in tutta Italia per eliminare le macchinette mangiasoldi dai bar. Tra le storie simbolo quella di Angela, che ha salvato il marito dalla rovina

06 dicembre 2013
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SASSARI. Si sta diffondendo in tutta Italia la battaglia contro le slot machine e il movimento nazionale Slot Mob organizza eventi in tutti i bar che accettano di eliminare le infernali macchinette mangiasoldi partendo anche da storie simbolo come quella raccontata qualche tempo fa da una donna di un centro vicino a Sassari al nostro giornale. Angela, una casalinga trentaqattrenne, aveva infatti salvato il marito dalla schiavitù del gioco d’azzardo dopo tre anni terrificanti che stavano per concludersi in tragedia. L’uomo aveva infatti perso tutti i soldi della famiglia e anche il suo lavoro a causa della dipendenza dalle macchinette e per caso la donna aveva scoperto l’intenzione del marito di togliersi la vita per la disperazione. A quel punto la svolta con l’affidamento dell’uomo prima al Serd, il servizio pubblico per le dipendenze, e poi a una comunità dove sta seguendo un percorso di riabilitazione. Presto potrà ritornare come un uomo nuovo a una vita normale e dalla moglie e dai suoi figli di dieci e tre anni.

Una storia emblematica quella di Angela che dà la misura di quanto l’abuso del gioco d’azzardo sia diventato, complice anche la devastante crisi economica, un segno dei tempi. Sono decine di migliaia i casi in tutta Italia di persone che si sono letteralmente rovinate nella speranza di recuperare i soldi persi nella pancia di queste voracissime macchinette. Ecco perchè in campo nazionale ha acquistato sempre più forza il movimento etico e di opinione per la cancellazione delle slot dai bar e dai locali. Un’operazione non semplice perchè, a quanto si stima, eliminare le macchinette dal bar significa perdere circa 1300 euro al mese. Tuttavia il movimento Slot Mob non si dà per vinto e sta organizzando, con il formidabile strumento dei social-network, eventi in tutto il territorio nazionale. Città per città i volontari anti-gioco d’azzardo procurano nuovi clienti agli esercenti che scelgono di togliere la spina alle slot. E sostituirle magari con i tradizionali calciobalilla o con i tavoli da ping-pong. Ecco che il bar ricomincia ad essere frequentato da mamme e bambini piuttosto che da pensionate con lo sguardo spiritato o da padri di famiglia capaci di buttare lo stipendio in dodici ore di gioco forsennato. «Lo Slot Mob – dicono i responsabili del movimento – è un modo per premiare le virtù civili: renderemo la scelta coraggiosa degli esercenti visibile con un marchio etico». La tappa finale della campagna è prevista a maggio in coincidenza di un flash-mob a Roma: era necessaria una rivolta dal basso, contro le lobby del gioco d’azzardo.

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