La Nuova Sardegna

Sassari

I Comuni si mobilitano contro il termodinamico

di Emidio Muroni
I Comuni si mobilitano contro il termodinamico

Venerdì riunione congiunta degli amministratori di Bonorva, Giave e Cossoine Chiamati a partecipare anche i parlamentari sardi e la giunta regionale

14 dicembre 2013
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BONORVA. Venerdì 20, alle 10, nella sala consiliare del Comune, si terrà una riunione congiunta dei consigli comunali di Bonorva, Cossoine e Giave, per discutere su un unico punto all’ordine del giorno: ”Solare termodinamico in Sardegna. Problemi e criticità. Iniziative Istituzionali”. La riunione, alla quale sono stati invitati tutti i componenti la giunta regionale, i parlamentari sardi, numerosi esperti del settore ed associazioni, si terrà in forma straordinaria. Avrà l'obiettivo «di esaminare quanto sta accadendo per la realizzazione di diversi ed estesi Parchi di Solare Termodinamico in quattro aree della Sardegna», come hanno sottolineato nella lettera di convocazione ed invito Giammario Senes, Alfredo Unali e Giuseppe Deiana, rispettivamente sindaci di Bonorva, Cossoine e Giave, e di fare chiarezza su quanto avverrà nei territori. «Il rischio che decisioni importanti sul futuro possano essere assunte a livello nazionale, escludendo la Regione Sardegna e le istituzioni locali – hanno scritto, deve essere scongiurato anche con il concorso di tutti i rappresentanti della Sardegna a livello nazionale e comunitario».

Per questi motivi è richiesta la partecipazione anche dei massimi rappresentanti istituzionali che potranno decidere di intraprendere le iniziative che riterranno più opportune per evitare che su un territorio a chiara, consolidata ed inequivocabile, vocazione turistica ed agricola cali la mannaia di una devastazione irreparabile. Il progetto proposto da una plurisocietà che ha inteso aggregare quattro siti collocati molto distanti fra loro, secondo la stragrande maggioranza della popolazione cozza contro ogni logica e progetto per un eventuale investimento futuro che rispetti principalmente la vocazione turistica, riconosciuta al territorio anche a livello Europeo.

«Nonostante la chiara difficoltà occupazionale e la crisi economica – hanno osservato un gruppo di giovani allevatori, nel commentare le obiezioni presentate al nostro giornale dal delegato della società – non siamo disposti a vendere la nostra storia e dignità per l’insicurezza di un tozzo di pane, o in cambio di fantomatici posti di lavoro che, (l’esperienza vissuta con il fotovoltaico l’ha insegnato), rimangono solo sulla carta mentre aprono la prospettiva per una devastazione scomposta del territorio. Proprio perché abbiamo imparato a conoscerne meglio le qualità, abbiamo ripreso a sfruttarlo con la guida dell’amministrazione comunale e la semina di cereali di qualità che ne seguono la vocazione naturale». I giovani, non credono alle affermazioni del delegato dalla multinazionale alla progettazione perché sanno bene che all’interno del territorio utilizzato per il termodinamico, strettamente recintato, non ci si potrà non solo pascolare ma neppure entrare. Inoltre rilevano che delle circa 330 particelle catastali interessate in territorio di Bonorva, solo una minima parte è di proprietà di quattro allevatori, ai quali pare sia stato già proposto un contratto preliminare di cessione ventennale, mentre il resto è di proprietà del Comune.

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