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Termodinamico a Roma: «È uno scippo»

Termodinamico a Roma: «È uno scippo»

Cossoine, assemblea infuocata dopo il trasferimento dei faldoni al Ministero: schiaffo all’autonomia

16 dicembre 2013
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COSSOINE. Preoccupazione per quello che viene percepito come uno schiaffo all’autonomia e al diritto di decidere sul proprio futuro, ma anche determinazione a difendere fino in fondo le proprie ragioni, i propri luoghi, la propria stessa identità.

Sono i sentimenti espressi dall’assemblea di Cossoine, convocata dal Comitato per il no al termodinamico per fare il punto sulla situazione, dopo le notizie di stampa che vorrebbero le pratiche per le centrali sarde trasferite dalla Regione al ministero dell’Ambiente.

E ancora una volta i cossoinesi hanno risposto in massa, con una convinzione e con una passione che fanno tutt’uno con il loro attaccamento alla piana di Su Padru. «Dopo il prolungato silenzio dei proponenti – ha detto il sindaco Alfredo Unali nell’introduzione della serata – si era perfino sperato che Energo Green avesse rinunciato al progetto».

È così giunta come un fulmine a ciel sereno la notizia del trasferimento dei 24 scatoloni di documenti da Cagliari a Roma. «Ma noi ci opporremo fermamente a quello che risulta uno scippo di sovranità», ha concluso il sindaco, ricordando la riunione congiunta dei consigli comunali di Bonorva, Cossoine e Giave, che si terrà il 20 a Bonorva.

Marcello Madau, archeologo e docente di beni culturali e ambientali, ha mandato all’assemblea di Cossoine un contributo scritto. «L’asticella dello scontro è stata alzata dalle forze speculative – dice Madau – . Ci sono interessi forti, uniti a piccoli e in ogni caso redditizi destini.

Ma non credo che possano essere superate con un trucco le competenze territoriali, perché il progetto ha di omogeneo solo l’interesse di chi si è associato per farlo. …La battaglia, della quale dobbiamo essere orgogliosi – conclude Marcello Madau – sta nel riprendersi i luoghi, nel coltivarli, nel costruire trame di appartenenza e valorizzazione del paesaggio».

Nicola Bianchi, deputato del Movimento 5 Stelle, primo firmatario dell’interrogazione parlamentare sulla vicenda, ha illustrato l’interrogazione, ricordando che essa chiede «se corrisponda al vero che il progetto sia stato depositato al Ministero dell’Ambiente e, se così fosse, se non ritenga di fornire spiegazioni sulle motivazioni dell'accorpamento dei quattro singoli progetti originari in un unico grande impianto, in contrasto, ad avviso dell'interrogante con le norme di legge che distinguono le competenze regionali da quelle statali».

Antonello Spanu, coordinatore del Comitato per il no, ha ricordato le molte assurdità che sul tema vengono dette dai proponenti: che all’interno delle centrali si potrà pascolare il bestiame, che le aree potranno essere coltivate, che i terreni interessati siano sterili.

Mario Fancellu ha avanzato una proposta che è stata molto apprezzata dalla sala: che il Comune destini a frutteto alcuni suoi appezzamenti nella piana, proponendo ai cittadini la formula “adotta un albero”.

Bobore Sechi ha parlato di “atto criminale di gente che vuole assoggettare la vita delle comunità ai propri interessi economici”, ed ha proposto la costituzione di un pool di esperti che elaborino una proposta di legge a difesa del territorio.

Mauro Gargiulo, infine, responsabile del Wwf per le energie rinnovabili, ha ripercorso le ultime tappe della vicenda, ricordando la grande mobilitazione sui temi dell’ambiente e dei suoli a livello regionale, e comunicando che i comitati e le associazioni ambientaliste hanno mandato una articolata lettera al ministero dell’Ambiente per avere notizie dei progetti e mettere in guardia dall’adozione di decisioni che sarebbero illegittime.

Mario Bonu

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