La Nuova Sardegna

Sassari

Catadisk, la prescrizione spazza via tutti i reati

di Luca Fiori
Catadisk, la prescrizione spazza via tutti i reati

Prosciolti due manager imputati di truffa sui finanziamenti del contratto d’area La società specializzata nella produzione di Dvd e Cd aveva ottenuto otto milioni

20 dicembre 2013
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SASSARI. Otto milioni di fondi pubblici in fumo grazie alla prescrizione. Si sono salvati così – con un proscioglimento arrivato esclusivamente per via del troppo tempo trascorso – i manager di Catadisk e Icnotech, le due società specializzate nella produzione, a Predda Niedda, di dvd e cd, accusati di truffa ai danni dello Stato.

Ieri mattina l’ex amministratore delegato di Catadisk e Icnoteh dall’ottobre 2004, Marino Matteucci, di Firenze, e Francesco Chirico, di Avetrana, consigliere d’amministrazione, difesi dagli avvocati Giuseppe Conti e Gianluigi Poddighe, sono stati prosciolti dal giudice Marina Capitta da tutte le accuse che gli aveva mosso la Procura di Sassari. La legge è così: quando trascorre troppo tempo per accertare la verità il reato si prescrive e chi lo ha commesso ritorna con la coscienza pulita. Il tribunale ha anche disposto il dissequestro del capannone a cui - quando era scattata l’inchiesta - gli uomini della guardia di finanza avevano messo i sigilli.

I due manager erano accusati di aver ottenuto otto milioni di fondi pubblici per l’apertura di due società specializzate nella produzione di supporti elettronici. I finanziamenti erano arrivati nell’ambito del contratto d’area Sassari-Alghero-Porto Torres, tra il 2000 e il 2004. Secondo la Procura furono erogati in base a dichiarazioni non corrispondenti al vero, per società che non avrebbero mai avviato la produzione.

Secondo l’indagine i due manager finiti nell’inchiesta avrebbero rilasciato false dichiarazioni nell’ambito della procedura per ottenere i finanziamenti del contratto d'area. Le fiamme gialle avevano accertato che Matteucci e Chirico avevano presentato al ministero delle Attività produttive dichiarazioni non veritiere sul capitale sociale, sulla cui base poi sarebbero stati erogati i fondi. Il denaro sarebbe confluito alle due società dalla capogruppo, la Adm Srl (che opera nello stesso settore), ma in parte poi sarebbe «tornato indietro». Stando all’accusa, il giro di denaro sarebbe servito, in sostanza, a raggirare il Ministero, perché una volta erogati i fondi pubblici, parte del capitale apportato dalla capogruppo sarebbe tornato nelle sue casse, «mascherato da prestiti infruttiferi». Escamotage che avrebbe consentito loro - secondo la ricostruzione delle Fiamme Gialle - di ottenere dal Ministero 8 milioni sui 12 previsti: i restanti 4 erano stati bloccati quando il Banco di Sardegna, incaricato dell’istruttoria, si era insospettito per i bonifici. A Matteucci era stata contestata una seconda accusa di truffa aggravata: da titolare della Catadisk aveva presentato al Banco di Sardegna una dichiarazione nella quale attestava di aver comprato attrezzature nuove, che invece sarebbero risultate di seconda mano. Ora la prescrizione ha cancellato tutto.

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