La Nuova Sardegna

Sassari

Un anno di cronaca tra misteri e sequestri

di Gianni Bazzoni
Un anno di cronaca tra misteri e sequestri

Nel 2013 il ritorno sulla scena di Mesina che voleva rapire Gavino Satta La riesumazione del cadavere di Alina Cossu per cercare il dna dell’assassino

31 dicembre 2013
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SASSARI. Due omicidi ancora irrisolti, il giallo di una morte in carcere che apre il fronte su due persone scomparse da parecchi anni e mai tornate a casa. L’ombra dei sequestri di persona che compare di nuovo sulla città e ripropone il vecchio volto di Graziano Mesina. E a proposito di ladri di uomini, l’inchiesta-bis sul rapimento di Titti Pinna che porta in carcere due persone (considerate componenti del nucleo di prelievo dell’allevatore di Bonorva) e iscrive tra le persone indagate anche una donna. Il 2013 è l’anno anche in cui si riapre l’inchiesta su uno dei vecchi casi di femminicidio nel nord Sardegna: l’uccisione della studentessa di Porto Torres Alina Cossu, che risale a 25 anni fa. Tra le sentenze, la condanna in corte d’assise per Alessandro Calvia, considerato l’assassino dell’insegnante di Alghero Orsola Serra.

Sono questi in fatti più rilevanti di cronaca nera e giudiziaria che hanno caratterizzato l’anno che va a conclusione.

Gli omicidi. L’anziano maestro Michele Mascotti è stato ucciso nella sua abitazione il 21 maggio 2008 e per la sua morte non c’è ancora un colpevole. Si aspettava qualche novità nel 2013, invece dopo l’archiviazione del caso (avvenuta lo scorso anno), niente è cambiato. L’assassino è ancora libero.

Stessa storia per l’uccisione dell’orologiaio Piegianni Clemente, 79 anni, trovato morto nella sua casa di viale Umberto nel settembre 2012. Gli investigatori della polizia hanno continuato a lavorare ma l’omicida di quell’«uomo fragile» non ha ancora un nome. Poco più di un mese fa, la squadra mobile ha inviato alla Direzione centrale anticrimine di Roma i reperti sequestrati a casa Clemente con la speranza che possano emergere indicazioni utili per identificare l’autore del delitto.

Alina Cossu. Il pubblico ministero Gianni Caria non ha mai mollato e continua a cercare chi ha ucciso la studentessa di Porto Torres, trovata cadavere sulla scogliera tra Balai lontano e Abbacurrente la mattina del 10 settembre del 1988. La tenacia del magistrato ha portato - nel mese di luglio - alla riapertura dell’inchiesta, con l’iscrizione sul registro di nuovi e vecchi indagati. Tutto l’interesse ruota attorno alla perizia affidata al medico legale Ernesto D’Aloja che - dopo la riesumazione del cadavere della ragazza - ha prelevato tracce biologiche per cercare eventuali tracce lasciate dall’assassino (specie sotto le unghie o tra i capelli della vittima). I risultati dovrebbero essere depositati in Procura a Sassari nei prossimi giorni.

Il giallo in carcere. La misteriosa morte di Marco Erittu, il detenuto sassarese trovato senza vita in una cella di San Sebastiano, catalizza l’interesse nell’aula della corte d’assise. Sotto processo il presunto mandante dell’omicidio Pino Vandi, ex cognato, che - secondo il collaboratore di giustizia Giuseppe Bigella (che si è autoaccusato del delitto insieme all’allora detenuto Nicolino Pinna che, invece, si è detto del tutto estraneo alla vicenda) - avrebbe ordinato l’omicidio per chiudere la bocca a Erittu che si sarebbe vantato di conoscere particolari importanti sulla scomparsa del muratore di Ossi Giuseppe Sechi (un suo orecchio era stato inviato ai familiari di Paoletto Ruiu, il farmacista di Orune rapito e mai tornato a casa). Il processo è entrato nei giorni scorsi nella fase più delicata.

Orsola Serra. Il 12 marzo arriva la sentenza dei giudici della corte d’assise il presunto assassino di Orsola Serra, l’insegnate di Alghero trovata morta, strangolata, nella sua abitazione nel centro catalano nell’ottobre del 2011. Alessandro Calvia, 43 anni, algherese, viene condannato a 24 anni di reclusione. Il pm aveva chiesto l’ergastolo. Per l’ex amante è stata esclusa la premeditazione.

Il ritorno di Mesina. L’ex ergastolano - finito nuovamente in carcere per storie di droga e altro - stava programmando un sequestro di persona a Sassari, nel mirino dell’ex primula rossa del Supramonte era finito Gavino Satta, 52 anni, l’imprenditore di Uri responsabile dell’area sarda della Coopservice (che si occupa di servizi di vigilanza). Doveva essere un rapimento lampo, il tempo di entrare nel caveau della società e farsi consegnare il denaro custodito. Nella casa di Orgosolo, quando Mesina venne arrestato, a giugno, con altre 25 persone, era stata trovata una piantina e una foto di Gavino Satta. La notizia è emersa solo dopo l’arresto di «Grazianeddu», i carabinieri avevano tenuto sotto protezione il possibile obiettivo e i familiari.

Titti Pinna-bis. Il 19 novembre scattano altri due arresti per il sequestro dell’allevatore di Bonorva Titti Pinna (sono già stati condannati i due presunti carcerieri Salvatore Atzas e Natalino Barranca). L’attività coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Cagliari ha portato in carcere Giovanni Maria “Mimmiu” Manca, 51 anni di Nuoro ma da tempo residente a Bonorva, e Antonio Faedda, nato a Grosseto 50 anni fa, residente a Giave. Indagata in stato di libertà anche una donna, Francesca Sanna, 54 anni di Macomer.

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