La Nuova Sardegna

Sassari

Rapina alla Metro, il pm chiede 4 e 3 anni

di Nadia Cossu
Rapina alla Metro, il pm chiede 4 e 3 anni

I due imputati, di Orune e di Ploaghe, farebbero parte del commando che entrò nell’ipermercato

16 gennaio 2014
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SASSARI. Quattro anni e otto mesi per l’orunese Pasquale Pala e tre anni e un mese per Bruno Lombardi, di Ploaghe. Sono le condanne chieste dal pubblico ministero Giovanni Porcheddu per due dei tre presunti componenti del commando che lo scorso maggio, armi in pugno, fece irruzione nell’ipermercato Metro di Predda Niedda. Una rapina che ebbe un finale “sfortunato”: Pala, 20 anni, e Antonio Puggioni, di 25, (quest’ultimo, anche lui di Orune, ha già patteggiato la pena) furono arrestati dai carabinieri poche ore dopo il colpo fallito. Ma fin da subito gli investigatori si erano messi sulle tracce di una terza persona, sicuri che i due fossero affiancati da un complice. E si tratterebbe proprio di Lombardi, 55 anni, che fu arrestato un mese dopo la rapina. Secondo gli inquirenti fu lui a custodire le armi – il fucile a pompa e la pistola 7.65 utilizzate per l’irruzione all’ipermercato – e sarebbe dovuto tornare più tardi per riprendere Puggioni e Pala, ma qualcosa quel giorno andò storto anche nel «piano di recupero», tanto che i due si allontanarono a piedi e raggiunsero il centro commerciale La Piazzetta.

Ieri mattina parenti e amici dei due imputati aspettavano fuori dall’aula dove si celebrava il processo con rito abbreviato, a porte chiuse. A fine mattinata gli avvocati difensori – Mario Perantoni per Lombardi e Giuseppe Talanas per Pala – hanno comunicato loro le decisioni del pm che ha chiesto una pena minore per il 55enne di Ploaghe (quest’ultimo era stato arrestato dai carabinieri di Macomer che seguivano un’indagine parallela) al quale sono state riconosciute le attenuanti generiche. Il processo è stato aggiornato al 24 gennaio per le repliche della difesa.

Gli investigatori avevano analizzato i filmati registrati dalle telecamere del servizio di video sorveglianza dell’ipermercato che documentavano la rapina: dal momento dell’ingresso dei due giovanissimi orunesi sino alla precipitosa fuga. Nel bel mezzo dell’irruzione uno dei due aveva puntato il fucile a pompa in faccia alle persone e persino in direzione di un uomo che spingeva il passeggino con un bambino. I due, sicuramente inesperti, non erano riusciti a far aprire la cassaforte e non avevano nemmeno preso i soldi dalle postazioni di vendita. Ma per farsi strada non avevano però esitato a trascinare una commessa, colpire al collo uno dei dipendenti con il calcio del fucile e pestare il direttore, anche con un violento calcio ai testicoli che l’aveva fatto cadere a terra. Due ore più tardi erano finiti in trappola, a poco meno di un chilometro di distanza. I carabinieri li avevano bloccati davanti al centro commerciale La Piazzetta dove si erano rifugiati e avevano anche pranzato. Nel pomeriggio, intorno alle 15, la polizia aveva trovato l’auto utilizzata dalla banda, una Fiat Uno amaranto, rubata a Florinas due giorni prima della rapina.

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