La Nuova Sardegna

Sassari

Energie rinnovabili, i comitati al ministro: fermiamo tutto

di Mario Bonu
Energie rinnovabili, i comitati al ministro: fermiamo tutto

Presentata ad Orlando una richiesta di moratoria: «L’installazione di impianti sta causando danni irreparabili»

04 febbraio 2014
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COSSOINE. Una richiesta di moratoria per gli impianti di produzione energetica dalle diverse fonti disponibili (rinnovabili, fossili, ecc.), è stato consegnato al ministro dell’Ambiente, Andrea Orlando, nel corso della sua visita in Sardegna, insieme ad altri documenti che descrivono l’aggressione cui sono sottoposti i suoli dell’isola, firmati, fra gli altri, anche da sindaci e comitati del Nord Sardegna. E’ il tentativo delle amministrazioni comunali e dei comitati spontanei, di far arrivare la loro voce nei luoghi in cui si decide il futuro dei territori e della gente che li abita. Le proteste arrivate da Cossoine, Bonorva e Giave sono un esempio.

«L’installazione di impianti per la produzione di energia nell’isola – si legge nel documento per la moratoria - sta causando danni irreparabili al territorio, alle aree agricole e a numerose zone naturali di pregio. Sono ormai centinaia gli impianti che da nord a sud devastano l’isola e il suo paesaggio e altrettanti stanno per essere autorizzati o sono oggetto di richiesta di autorizzazione in vista dello scadere dei termini per poter usufruire degli incentivi del conto energia».

«Quanto sta succedendo in Sardegna - si legge ancora nel documento - è una vera emergenza che deve essere affrontata tempestivamente per impedire un ulteriore degrado del territorio».E per tutelare e salvaguardare quanto resta del patrimonio agricolo, paesaggistico e ambientale della Sardegna, e per impedire che vengano pregiudicate per sempre risorse economiche e ambientali destinate alla produzione agricola e al turismo responsabile, comitati e associazioni ambientaliste chiedono che venga avviato un censimento degli impianti già installati e di quelli autorizzati e che si proceda ad una moratoria immediata delle installazioni di tutte le centrali per la produzione di energia dalle diverse fonti disponibili, ad esclusione degli impianti che producono l’energia per il fabbisogno aziendale o domestico, almeno fino a quando non sia operativo un “Pears” (Piano energetico e ambientale regionale).

I documenti sono stati presentati al ministro nell’incontro di Sardara da Luciana Mele, portavoce del comitato “Terra che ci appartiene” di Gonnosfanadiga, che ha parlato a nome dei comitati e delle amministrazioni interessate.«Sono migliaia di ettari di terreni fertilissimi sottratti all’agricoltura e alle nostre aziende – ha detto Luciana Mele al ministro -. Si tratta di operazioni di mera speculazione da parte di spregiudicate società che oltre tutto attingono a risorse pubbliche. Fermiamo tutto e riflettiamo, i sardi sono stufi di questi assalti”.

Il ministro ha convenuto e chiamato in causa la Regione. «La Sardegna non ha ancora un piano energetico – ha detto Orlando -. L a Regione ci deve dire cosa intende fare, non si può andare avanti con questa grave lacuna».

Il ministro ha anche detto che non ci sarà più consumo di suolo, ma soltanto riutilizzo, ed ha invitato una delegazione dei comitati a Roma, «per approfondire questo tema con i tecnici ministeriali».

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